Dopo la parentesi sanremese con “Farfalle”, Sangiovanni propone un disco ricco di suoni, parole, forze e fragilità. Un album delicato, da ascoltare in punta di piedi e con rispetto. Le confessioni di un cantautore di 19 anni che rivela senza filtri tutto il suo mondo e il suo amore
Volare, il cielo e la notte. Sono le tre parole chiave del nuovo album di Sangiovanni “Cadere Volare”. Un concept descritto proprio dalla copertina in cui il cantautore 19enne appare sospeso in aria, in attesa che qualcosa cambi e prenda una direzione. L’onestà di Sangiovanni emerge lungo i dodici brani inediti. Onestà personale ed artistica. Sempre fedele alla sua verità, alle sue fragilità, ma anche alla sua forza, ossia il potere di dire con parole dritte come spada la verità, la sua verità. È per questo che l’album di Sangiovanni va ascoltato in punta di piedi e con rispetto. E lo racconta lo stesso artista, reduce dalla esperienza positiva all’ultimo Festival di Sanremo con “Farfalle” (disco di platino): “La mia musica, ad un primo ascolto, può sembrare leggera nel senso più superficiale del termine, ma questa è anche la mia forza. – ha detto Sangiovanni – Io ricerco la leggerezza e per farlo spesso devo scavare in profondità per trovare le mie emozioni. Il mio obiettivo in musica è comunicare sensazioni profonde con leggerezza. Io sono questo, alti e bassi, giorni alterni, cadere, volare”.
Sangiovanni ha voluto affidarsi a più producer per elaborare un disco che fosse ricco di sonorità differenti tra loro. Quindi nella squadra di “Cadere Volare” ci sono: DRD, Riccardo Scirè, Zef, Mark&Kremont, Takagi & Ketra, Kyv, Dinv x Cvlto, Faraone, Valerio Bulla e Bias. Si rinnova anche il sodalizio di successo (vedi i 7 dischi di platino di “Malibù”) con il 22enne autore Alessandro La Cava nei brani “Cadere Volare”, la sanremese “Farfalle” e “Parolacce”. Sono tanti i temi toccati da Sangiovanni in questi brani. Tra questi fa capolino la lotta contro il cyberbullismo e lo fa con “Che gente siamo”, l’ultima canzone in ordine di tempo ad essere stata scritta e inserita nel disco. “Se ti metti lo smalto sei il degrado nazionale”, “Scrivete merda sotto i miei post di Instagram”, canta. Poi c’è anche il bullismo scolastico (“La scuola non funziona perciò cantiamo tutti”), e ancora “non si può dire più un cazzo, non si può fare più un cazzo, va a finire che m’ammazzo, almeno questo posso farlo”. Un brano durissimo ma efficace. Tra gli altri segnaliamo quello che dà il titolo al disco e che contiene anche una citazione di “Azzurro” di Adriano Celentano (“il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per me”). Una canzone intima che culmina con “vorrei trovare un punto fermo un riferimento ricredere in quello che ho perso e sorridere”. Altro brano interessante è “Cortocircuito”, prodotto da Takagi & Ketra, “non posso accettarlo che nel mio calendario non ci sia spazio per le tue chiamate, cosa posso fare per sistemare i pezzi che ho perso di noi”. Sempre di relazioni si parla anche in “Due di notte” con “ma tu da me non torni più, ma tu da me non dormi più” e in “Parolacce” “e quando qualcosa si distrugge ricostruiamo tutto ma questa volta forse no e forse no non abbiamo più le forze” fino a “Se mi aiuti” con “se cado nel blu e tu non mi aiuti, non mi curi non ci rivedremo più”. Immagini fortemente cinematografiche in “Sigaretta alla menta”, quando Sangiovanni canta “fuori dalla finestra, ho visto un tipo buttarsi con mezza sigaretta e quando ho aperto la porta c’eri tu tutta nuda e la casa sapeva solo di menta”.
Sono tanti gli spunti e le sfumature in questi dodici brani che ci restituiscono una persona sicuramente sensibile che trova rifugio nella musica, portandosi sulle spalle 18 platini e 3 ori, un tour a maggio sold out e in estate all’aperto, poi i palazzetti a ottobre: 19 a Roma al Palazzo dello Sport e 23 al Forum di Milano. Un lungo percorso sempre in bilico tra cadere e volare.