La testimonianza che segue è firmata da una nostra lettrice Sostenitrice ed è stato postato sul Forum de ilfattoquotidiano.it, riservato agli iscritti e agli abbonati al sito [accedi qui con le tue credenziali], nell’ambito della campagna “Carrelli di plastica”: il suo è un esempio di come certe buone pratiche quotidiane possano ridurre – e di molto – la produzione di rifiuti. Raccontateci anche voi le vostre esperienze di riciclo e di lotta agli sprechi.
[redazione FQ]
di Eleonora Padovani
Sono del 1982. Faccio la raccolta differenziata. Acquisto detersivi sfusi, shampoo solidi e sapone liquido sfuso anche per l’igiene intima, il più difficile da trovare. Acquisto birra col vuoto a rendere, vino alla cantina biologica, yogurt in vetro o in confezioni misto carta. Utilizzo aceto di vino come anticalcare e bicarbonato per lo sporco più duro, con pezze di cotone ricavate da vecchie federe. Ho trovato un dentifricio in polvere in erboristeria, ancora non ho alternative per il filo interdentale e il colluttorio, forse esistono e non ci sono ancora arrivata.
I cotton-fioc a cui non so rinunciare sono in carta biodegradabile e i batuffoli di cotone per struccarmi li ho ritagliati dalle lenzuola. Uso la coppetta mestruale, mangio prevalentemente frutta e verdura che acquisto il sabato mattina al km zero rionale. Mi lavo con la saponetta per evitare gli imballaggi del bagnoschiuma. Scelgo pellicola per alimenti e carta forno biodegradabile.
Finora le mie automobili sono state gpl, ho un vecchio telefonino Apple fuori moda e qui posso migliorare. Faccio le lavatrici la sera, spengo gli interruttori stand-by degli elettrodomestici, bevo acqua del rubinetto perché nel mio comune è molto buona, non risciacquo i piatti prima della lavastoviglie con tab degradabili. Mangio possibilmente a filiera corta, il pesce del pescatore gardesano che è anche mio suocero. Ho piantato un melograno e curo un piccolo frutteto con propoli e il macerato d’ortica.
Quando butto la spazzatura vedo la differenza con i vicini. Il resto della mie pratiche quotidiane vanno probabilmente anche in contrasto con questo stile di vita attento, diventato normalità in una ventina d’anni. Lavoro infine in una piscina dove queste pratiche che vi ho descritto si fermano alla prima frase: non esiste nemmeno la differenziata.