A Roma per la tappa italiana del campionato del mondo di Formula E, l'amministratore delegato del marchio di lusso del gruppo Stellantis ha fatto il punto su strategie e progetti futuri. Su tutti, l'elettrificazione
Più che a spallate, Béatrice Foucher, da oltre due anni alla guida di DS, il più giovane marchio automobilistico premium, sembra voler vincere con i sorrisi. La 57enne manager è arrivata a Roma per il doppio appuntamento con la Formula E, ma anche per “rendere omaggio” all’Italia, il secondo mercato al mondo per DS, il primo estero. “Eugeniò (il nome di battesimo pronunciato alla francese con l’accento sulla vocale finale del direttore delle operazioni italiane, Franzetti, ndr) sta facendo un grandissimo lavoro”, dice sottolineando l’affermazione con lo sguardo e il gesto della mano. Poi parla degli amici che guidano gli altri marchi, da quello di Citroen a quello di Alfa Romeo. Sorride anche quando parla di Carlos Tavares, il Ceo del gruppo Stellantis: “Ha dato un obiettivo del cinquanta per cento dei volumi di auto LEV (acronimo di veicoli a basse emissioni, cioè plug-in e elettriche, ndr) e io sono al cinquantatre”, dice quasi con sollievo.
Le vittorie che Béatrice Foucher insegue non sono solo quelle del campionato del mondo per monoposto elettriche, ma sono anche quelle dei margini e dei volumi, dentro e fuori l’Europa, con la Turchia prima mercato extra continentale: DS è già presente in 41 paesi con 449 store dedicati, 48 dei quali in Italia entro fine anno.
Tutti i costruttori vogliono essere premium e vendere auto a prezzi più alti: la gente se le potrà ancora permettere?
“Nel gruppo Stellantis ciascun marchio ha il suo ruolo. Assieme a Lancia e Alfa Romeo, noi siamo premium ed è nostra responsabilità dare risposte alla domanda di un certo tipo di clientela. Altri marchi devono soddisfare le esigenze di altri clienti”.
I listini, nondimeno, stanno già salendo.
“Le crisi e l’elettrificazione hanno innescato questa dinamica, ma sono certa che all’interno del gruppo tutti troveranno la risposta alle proprie esigenze di mobilità”.
Non le pare che le auto comincino ad avere troppi contenuti?
“A me piace l’umanità e non sono ossessionata dalle macchine. Quello digitale sarà il mondo del futuro, ma dobbiamo chiederci quando finiremo di offrire più tecnologia nelle auto, anche se la tecnologia è la ragion d’essere della nostra industria. Io non voglio che dentro l’auto ci sia tutto”.
Ci spiega meglio?
“Un cliente mi ha detto che nell’abitacolo di una DS si sente come a casa: io voglio che continui ad essere così. E voglio trovare la giusta alchimia anche tra dimensioni, costi, tempi di ricarica e percorrenza”.
C’è a chi non basta l’autonomia a zero emissioni di alcuni modelli in commercio, tra cui ad esempio la DS3. Cosa si può fare per migliorare?
“Lo dicono anche a noi, ma dipende sempre dal tipo di utilizzo che si fa di una vettura. Tutte le case stanno aumentato i kWh delle batteria per aumentare la percorrenza. A mio avviso è anche importante che chi guida sappia che può incidere parecchio, tra il venti e il trenta per cento: abbiamo sviluppato una specifica applicazione che può aiutare i conducenti”.
E questo può bastare, se l’accumulatore non è grande a sufficienza…?
“…Puntiamo ai settecento chilometri nel ciclo WLTP per le vetture più grandi e fino a cinquecento per quelle più piccole”.
Per il 2024 avete annunciato la DS4 elettrica. Prima di lei avete altro in programma?
“Ci saranno aggiornamenti di altri modelli”.
Perché avete scelto la Formula E?
“È un elemento chiave per il posizionamento del nostro marchio, perché è un campionato elettrico e perché abbiamo una squadra e piloti vincenti. L’elettrificazione è la visione chiara di DS, che ha anche una collocazione unica ed è una realtà premium, percepita come tale”.
Il numero uno italiano Eugenio Franzetti ha poi snocciolato i numeri italiani della soddisfazione dei clienti: dal 95,3 al 98,9% nel giro di un paio di anni. La DS7 è il modello più gettonato e con la DS4 ha già raccolto 1.500 ordini. L’obiettivo per il 2022 era una quota di mercato del 2,5%, che il direttore del marchio nel Belpaese immagina di rivedere al rialzo perché nel primo trimestre ha già raggiunto il 2,4% con incremento dei volumi del 40% a fronte di un -24% del mercato di riferimento, quello premium.