È bastato l’annuncio di un’intesa per la fornitura di gas con l’Algeria, così da gestire i “ricatti russi” a provocare una nuova invettiva di Mosca contro il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio. Il titolare della Farnesina ha spiegato che lunedì sarà con il presidente del Consiglio Mario Draghi ad Algeri, dove “firmeremo un accordo importante sul gas”. L’intesa, ha aggiunto, “ci permetterà di fronteggiare gli eventuali ricatti russi sul gas”. “Purtroppo – ha spiegato Di Maio – siamo in ritardo come Paese dovevamo diversificare molto prima”. Tuttavia, ha concluso, “abbiamo tanti partner e amici nel mondo”.
L’eco delle frasi del ministro degli Esteri sono arrivate fino alla Russia, spingendo la portavoce di Sergej Lavrov a reagire. “Non è la Russia che ricatta l’Unione Europea con le forniture di gas (che nonostante tutto, stanno andando a gonfie vele). È l’Unione Europea che ricatta la Russia con sanzioni, minacce di nuove restrizioni e fornendo armi di ogni tipo all’Ucraina”, ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Secondo la portavoce di Lavrov, Di Maio “ha fatto un pasticcio, come sempre”.
Alle parole di Zakharova ha replicato la Farnesina attraverso il portavoce di Di Maio: “Ricatti? Direi che il vero e unico ricatto è chiedere il pagamento in rubli di contratti di gas già in corso, e quella russa è chiaramente una richiesta inaccettabile”, ha risposto Peppe Marici. “L’Italia per evitare di affrontare eventuali crisi derivanti da queste condizioni irricevibili, sta agendo per diversificare le fonti di approvvigionamento. Come Unione Europea, giustamente, stiamo potenziando un piano di sicurezza energetica a tutela dei nostri cittadini”, ha detto ancora il portavoce del ministro degli Esteri. “Inoltre, continuiamo a chiedere con insistenza alla Russia – ha concluso – un cessate il fuoco per mettere in salvo i civili ucraini indifesi. Serve la pace, basta scontri e provocazioni”.
Con Draghi e Di Maio, ci saranno anche il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani e l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi, in quella che è ritenuta una prima tappa di una serie di viaggi il cui obiettivo è aumentare le forniture di gas dall’Africa e dall’Asia per ridurre la dipendenza dalla Russia. Prevista lunedì la firma di una serie di intese tra Eni e Sonatrach per arrivare ad un aumento fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno attraverso il gasdotto Transmed (al momento dall’Algeria arrivano 21 miliardi di metri cubi di gas, il 31% del nostro import, seconda solo alla Russia). A quanto apprende l’Adnkronos dovrebbe essere firmata anche una dichiarazione politica per “completare le intese commerciali” nell’ottica di un rafforzamento del partenariato già molto solido esistente tra Roma e Algeri.
La crisi energetica è in cima alle preoccupazioni del governo italiano, per l’impatto su famiglie e imprese ma anche sulla realizzazione del Pnrr (“monitoriamo, siamo pronti a intervenire”, ha assicurato il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli). Il viaggio ad Algeri è quindi il primo di una serie nell’agenda del premier delle prossime settimane, per accelerare al massimo la diversificazione delle fonti di approvvigionamenti: dopo Pasqua potrebbe essere la volta del Congo, seguito da Angola e Mozambico. Paesi con cui l’Italia intende “rafforzare la cooperazione energetica” come ha ribadito Di Maio, che ha già fatto tappa anche in Qatar e Azerbaijan per preparare il terreno di nuove intese.
Con l’Algeria è in corso da tempo un rilancio dei rapporti bilaterali: a novembre scorso la visita di Sergio Mattarella, ora quella del premier – che ha sentito al telefono Tebboune a inizio aprile – cui seguiranno la visita in Italia del presidente algerino a maggio e un vertice intergovernativo da preparare per i prossimi mesi, il primo dal 2015. Sul tavolo oltre al gas ci sarà anche il consolidamento dei rapporti di interscambio commerciale, già cresciuti del 44,5% nel 2021.