Le sostanze sarebbero state sottratte dai laboratori di ricerca e potrebbero potenzialmente uccidere le forze di Mosca che le stanno gestendo. Il 30 marzo ilfattoquotidiano.it aveva riportato la denuncia del direttore dell’Ispnpp di Kiev affidate a Science: "Saccheggiato un laboratorio di monitoraggio, scappati con isotopi radioattivi. Posso essere mescolati con esplosivo per fabbricare bombe sporche"
Il furto di “133 sostanze altamente radioattive” dalla centrale nucleare di Chernobyl durante l’occupazione russa. È quanto denuncia su Facebook l’Agenzia statale ucraina per la gestione della zona di esclusione, citata dalla Bbc. Le sostanze sarebbero state sottratte dai laboratori di ricerca e potrebbero potenzialmente uccidere le forze di Mosca che le stanno gestendo.
L’Agenzia riferisce che le truppe russe, che erano entrate in un’area di stoccaggio della base di ricerca Ecocentre, le hanno portate via da Chernobyl e “il posto in cui si trovano è sconosciuto”. E viene precisato che “anche una piccola parte di queste sostanze è mortale se gestita in modo non professionale”. In una recente intervista alla rivista Science, riportata da ilfattoquotidiano.it già lo scorso 30 marzo, Anatolii Nosovskyi direttore dell’Istituto per i problemi di sicurezza delle centrali nucleari (ISPNPP) a Kiev, si era detto preoccupato dalla possibilità che materiale radioattivo sottratto a Chernobyl venga utilizzato per fabbricare delle cosiddette “bombe sporche” ad alto potenziale.
Nel caos dell’avanzata russa, ha detto Nosovskyi a Science, saccheggiatori hanno fatto irruzione in un laboratorio di monitoraggio delle radiazioni nel villaggio di Chernobyl, apparentemente scappando con isotopi radioattivi usati per calibrare strumenti e pezzi di scorie radioattive che potrebbero essere mescolate con esplosivi convenzionali per formare le bombe sporche in grado di diffondere la contaminazione su una vasta area.
Nosovskyi ha aggiunto che l’ISPNPP ha un laboratorio separato a Chernobyl con materiali ancora più pericolosi: “Potenti sorgenti di radiazioni gamma e neutroni” utilizzate per testare i dispositivi, così come campioni intensamente radioattivi di materiale rimasto dalla fusione dell’Unità Quattro del sito nucleare. Nosovskyi ha affermato di aver perso i contatti con il laboratorio e ha aggiunto che quindi “il destino di queste fonti ci è sconosciuto”.
Il nuovo allarme arriva a poche ore dalle parole di Petro Kotin, capo dell’operatore nucleare statale ucraino Energoatom, dopo un sopralluogo a Chernobyl in una delle aree occupate – la zona della cosiddetta Foresta Rossa – e poi abbandonate dai russi intorno alla centrale nucleare teatro dell’incidente del 1986: i soldati che hanno scavato trincee “devono aspettarsi malattie provocate dalle radiazioni in vari gradi di gravità”.