Occhi arrossati dalla fatica e lacrime. Antonina impugna il suo bastone da passeggio e seduta su una sedia osserva immobile l’escavatore che rimuove le macerie di un edificio di Borodyanka, distrutto dai bombardamenti russi. È il palazzo dove abitava suo figlio, un appartamento al terzo piano: “Aspetto che rimuovano i detriti. Non so dove sia, forse è riuscito a scappare o forse è là sotto. Non lo posso dire. Non lo sento da un mese”, racconta la madre commossa.
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