Dal Covid (di cui nessuno parla più ma che non se ne è andato) alla guerra, al riarmo e alla crisi energetica senza precedenti. Mancano solo le cavallette ed il quadro biblico di un “processo di civilizzazione” in frantumi è sempre più evidente. Le classi dirigenti europee – sia politiche che economiche – continuano a rimuovere le ragioni di questa disintegrazione che evidenzia quanto la “guerra contro la natura” non può che portare, in un circolo vizioso senza sbocca alla “guerra tra gli uomini”.
Per evitare questo piano inclinato cha appare correre sul confine di una possibile guerra nucleare (vero limite di non ritorno della situazione attuale) occorre accelerare il processo di Rivoluzione Ecologica, l’unico strategicamente in grado di portarci non solo fuori dall’attuale black out ma anche di guidarci verso un processo di rinaturalizzazione dei sistemi sociali a partire dai modelli economici e produttivi.
Rimodulare i processi di “prelievo” dai sistemi naturali che oggettivamente necessitano dei tempi di rigenerazione significa anche rimodulare gli stili di vita e soprattutto di consumo fuori, senza se e senza ma, da modelli odiosi e “drogati” del consumismo. La natura non è un supermercato da cui prelevare senza sosta e generando competizioni globali nell’approvvigionamento delle materie prime e di energia senza tener conto della “Raw material scarcity” e del passaggio già in corso dall’era degli idrocarburi a quella delle Terre Rare e dei metalli critici (litio, cobalto, coltan, tungsteno ma anche rame ed alluminio).
La transizione ecologica, è ovvio, non sarà una passeggiata. Riconvertire i modelli economici, rimodulare i consumi fino a modificare i comportamenti individuali sempre meno basati sull’ “essere” che sull’ “avere” a parole può sembrare facile ma nei fatti sarà molto complicato. Ma non c’è un’alternativa: chi continua a perseguire i vecchi modelli “è già morto” pretendendo di trascinare nel baratro la stessa “urgenza di futuro” rivendicata giustamente e “fisiologicamente” da crescenti masse di giovani.
Per questo, quest’anno la celebrazione della Giornata Mondiale della Terra assume ancora più significato rappresentando un’occasione straordinaria per far pace con la Natura e per sottolineare la necessità di un dialogo permanente e prevalentemente dal basso che alimenti culturalmente e scientificamente i complessi ma irrinunciabili processi verso la transizione ecologica.
Zero Waste Italy e tutto il progetto “locale-globale” Rifiuti Zero offre il proprio contributo promuovendo per il 22 aprile una giornata di diretta streaming già a partire dal primo pomeriggio sulla sua pagina Facebook. Verrà dato spazio ad esempi riusciti di “nuova governance” provenienti dal mondo delle buone pratiche ambientali a partire dal mondo della scuola. A dispetto dei “mala tempora” aderiamo con entusiasmo a questa iniziativa!