Media & Regime

Flores d’Arcais e Anpi: quel che accade a sinistra mi fa pensare che manchi orientamento critico

La guerra è tante cose orribili, compresa quella di essere una prova impietosa per i caratteri. Nel caso, un drammatico smascheramento di ciò a cui si è ridotta la parte a cui molti facevano riferimento: la Sinistra, prasseologica, ideale e metodologica, come bussola attinente al giudizio. E MicroMega, la più importante rivista politica italiana (che la furia normalizzatrice di John Elkann col fido Molinari – per ora – non è riuscita a silenziare), si sta rivelando il banco di prova di dove siamo finiti.

Il direttore Paolo Flores d’Arcais, fedele al motto “per una Sinistra illuminista” che a lungo ne sottotitolava il frontespizio, ha scandalizzato non pochi lettori e affezionati collaboratori dicendo cose di intollerabile franchezza per chi persegue il proprio gratificante posizionamento in ciò che Rossana Rossanda definiva (sprezzantemente) “conformismo alternativo”. In particolare due: prima la scelta di campo a favore degli ucraini assaliti rispetto ai russi assalitori, senza confortevoli distinguo ponzio-pilateschi e/o cerchiobottisti; ora prendendo di petto il presidente dell’Anpi G.F. Pagliarulo per l’ambiguità assunta dai vertici della veneranda associazione, guardiana della tradizione partigiana, sui genocidi di inermi a Bucha e dintorni.

Il fioccare delle prese di distanza dalla cruda nettezza delle posizioni di Paolo si è accompagnato allo stile argomentativo in cui il non detto (seppure intuibile) è risultato più rivelatore del detto: ossia l’esplicita critica linguistica alla crudezza delle argomentazioni, secondo l’insopportabile stilema del politicamente corretto (mai come in questo caso è sembrata opportuna la definizione datane da Robert Huges: “una Lourdes linguistica in cui tutto il male del mondo si scioglie in un bagno nell’eufemismo”), faceva da schermo al retro-pensiero che così facendo veniva meno la solidarietà con la propria parte. Qualcosa tra l’occultamento delle colpe di compagni che sbagliano (vile condiscendenza che negli anni di piombo produsse esiti terribili) e il più antico “je suis le chef, je dois les suivre” giustificazionista, per una popolarità a buon mercato nel proprio milieu. Pura ipocrisia reticente. Per cui ci si atteggia ad anime belle, incrollabili affermatrici delle trattative di pace anche se i massacratori rifiutano di prenderne in considerazione l’ipotesi; per cui non si può criticare l’Anpi del cossuttiano Pagliarulo, anche se credibili testimonianze parlano di stravolgimenti della base associativa a seguito dell’entrata di componenti vetero-staliniste filo-putiniane.

Questo porta a dire che ciò accade perché a Sinistra scarseggia l’orientamento critico di matrice illuminista (ma non era un certo Karl Marx a ragionare in termini di critica, applicata all’economia politica?), mentre prevalgono gli spiriti credenti di formazione cattolica; che antepone il martirio (altrui) alla resistenza. In questa Sinistra che sceglie come referente il furbo gesuita Bergoglio (che vescovo di Buenos Aires avviava campagne contro i matrimoni gay, di cui si fa tutore una volta eletto papa). In cui la priorità dell’appartenenza azzera qualsiasi distinzione. Nell’oblio dell’antico motto degli spiriti liberi “amicus Plato sed Veritas magis amica”. La compiacenza che mette a tacere la prima attitudine dello stare a sinistra: la capacità di indignarsi.

Una liquidazione del rigore intransigente che ho dovuto verificare di persona in questi giorni di campagna amministrativa nella mia città, Genova.

Da circa un anno con un po’ di compagni ho promosso una news di contro-informazione per contrastare l’opera di asservimento della stampa locale (e non solo) che il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco genovese Marco Bucci stanno realizzando grazie ai fondi pubblici e alla fondazione Change. Per questo mi era sembrato gravissimo che Legambiente Liguria avesse scelto proprio un tale momento per espellere un circolo particolarmente battagliero contro l’amministrazione di Destra e per motivazioni risibili: indisciplina. A fronte della difficoltà di accedere ai bilanci regionali dell’associazione destinataria di finanziamenti pubblici. Ma anche in questo caso mi sono sentito opporre le ragioni della convenienza; in base allo spirito di appartenenza rispetto a quelle dell’intransigenza: ormai la Sinistra strippa di preti, impegnati a professare una fede acritica nella propria religione comunitaria.