La Finlandia ha sospeso i servizi postali con Russia e Bielorussia. Posti, compagnia statale finlandese, ha dichiarato in una nota che “dall’11 aprile 2022, sospenderà l’invio di tutte le lettere e pacchi tra Finlandia e Russia, nonché tra Finlandia e Bielorussia, fino a nuovo avviso, sulla base di circostanze eccezionali previste dagli accordi dell’Unione postale universale”. “Il 15 marzo 2022“, ha ricordato nel comunicato, Posti “ha preso la decisione di sospendere temporaneamente i servizi di consegna internazionali per aziende e consumatori, come lettere e merci urgenti, in Russia e Bielorussia”. Le spedizioni che non possono essere consegnate verranno restituite ai mittenti.
La notizia arriva a poco ore dalle rivelazioni del Times, secondo il quale “l’enorme errore strategico” della Russia avrebbe accelerato le procedure per far entrare nell’Alleanza Atlantica Svezia e Finlandia. A quest’ultima, potrebbero bastare addirittura pochi mesi per formalizzare l’adesione.
Attualmente lo stato scandinavo governato dalla socialdemocratica Sanna Marin è ‘militarmente non alleato‘: una condizione che dura dal 1948, anno in cui, in piena guerra fredda, fu firmato l’accordo di amicizia, di cooperazione e mutua assistenza con l’Unione Sovietica.
Una clausola di quel trattato stabiliva che nessuno dei due firmatari avrebbe aderito a una coalizione che potesse minare gli interessi delle due nazioni. Obiettivo dei russi era difendersi dalle potenze occidentali e dalle loro organizzazioni che sarebbero sorte di lì a poco: il trattato istitutivo della Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico fu firmato il 4 aprile 1949, mentre la Comunità europea del carbone e dell’acciaio fu creata nel 1951. Rispettando la condizione, la Finlandia non entrò nella Nato e rifiutò gli aiuti del piano Marshall. In cambio, l’Urss promise che non avrebbe invaso il paese con cui condivideva più di 1300 chilometri di frontiera.
La mossa della Finlandia era motivata dalla paura di vivere per la seconda volta l’inferno di 9 anni prima. Durante la guerra d’inverno, dal novembre 1939 al marzo 1940, aveva dovuto affrontare l’avanzata dell’esercito russo. Nonostante una strenua difesa, ne uscì sconfitta e, per salvaguardare la propria indipendenza, cedette il 10% del proprio territorio e pagò un caro prezzo: 400 mila deportati e 70 mila morti.
Oggi per finlandizzazione si intende la condizione per cui un Paese, generalmente piccolo e debole, è costretto a optare per la neutralità imposta da una grande potenza con cui condivide il confine. Non viene invaso, mantiene la propria autonomia, ma rimane vittima dell’ingerenza del nemico nella politica interna ed estera.