La Corte costituzionale ha annullato la sentenza con cui la Corte dei conti nel luglio 2021 ha condannato 18 consiglieri regionali della Valle d’Aosta, passati e attuali, a risarcire 16 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta sui fondi pubblici concessi al Casinò di Saint-Vincent tra il 2012 e il 2015, quando la casa da gioco era in grave crisi.
Era stata la Regione autonoma a ricorrere per conflitto di attribuzione, con l’obiettivo di far valere l’articolo 24 dello Statuto speciale, secondo cui i consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere per i voti dati nell’esercizio delle proprie funzioni.
La Corte dei conti della Valle d’Aosta si era espressa anche nel 2018. I 18 condannati erano stati, oltre agli ex presidente Rollandin e Marquis, anche alcuni consiglieri. Per far ottenere i finanziamenti al Casinò, secondo l’accusa all’epoca, avevano dissimulato la “reale consistenza delle perdite” e “la prospettiva negli anni a seguire di conseguire ulteriori risultati negativi di esercizio”a. In base alle indagini della Guardia di Finanza nel 2012 le reali perdite della società erano state di 26 milioni a fronte dei 18 dichiarati, nel 2013 37 anziché 21, nel 2014 41 anziché 19 e nel 2015 42 anziché 18.
Negli ultimi anni la casa da gioco aveva visto crollare i propri incassi, dai 96 milioni del 2011 a 57 milioni del 2017, e si era trovata a fronteggiare una ristrutturazione del Grand Hotel Billia da 100 milioni. I primi due mutui (50 milioni nel 2012 e 10 milioni l’anno successivo) erano stati concessi dalle giunte regionali dell’epoca proprio per i “maggiori oneri del piano di sviluppo della casa da gioco e del complesso alberghiero”. Seguiti poi da una ricapitalizzazione da 60 milioni, votata a maggioranza dal Consiglio nel 2014 e, l’anno dopo, da un altro finanziamento da 20 milioni deliberato dall’esecutivo.
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