Dalle notizie, sempre contrastanti a causa della propaganda di guerra, emerge, a mio avviso con abbastanza sicurezza, che Putin non solo ha commesso il crimine imperdonabile di iniziare una guerra di aggressione, ma lo ha fatto anche con tattiche e strumenti militari assolutamente inidonei. Infatti sono stati inviati in Ucraina giovani ragazzi di leva di 18-20 anni, assolutamente inesperti in campo militare, carri armati prodotti nel 1972 e il tutto comandato da generali incapaci, sostituiti l’uno all’altro per tre volte di seguito.
Ora sembra che con il cambio del comandante generale delle forze di guerra, l’attacco russo si stia concentrando per la conquista del Donbass e della Crimea e non si capisce allora perché migliaia di giovani sono stati mandati a morire nell’intera Ucraina dove sono avvenuti massacri indicibili e crudeltà, senza nessuno scopo pratico da raggiungere.
Qualcuno dice che era per fiaccare le forze ucraine, ma è agevole rispondere che sono state altresì fiaccate le forze russe con oltre 40mila soldati uccisi. In questo senso la guerra in Ucraina appare veramente una enorme crudeltà priva di significato. Se l’obiettivo era quello di riconquistare il Donbass e la Crimea, bisognava che Putin desse ordine di occupare primariamente queste zone e poi trattare per il resto. Insomma, per quanto risulta dalle notizie, sempre contrastanti, che provengono da una e dall’altra parte, sembra si possa affermare che l’operazione in Ucraina sia stata molto mal condotta, con un enorme spargimento di sangue e lacrime da una e dall’altra parte.
Si tratta, a quanto appare, di una operazione irresponsabilmente voluta dai vertici economici che affiancano Putin nel mal governo della Russia e che hanno i loro corrispondenti nelle multinazionali americane e occidentali in genere.
La vera tragedia per noi sta nel fatto che la preda in contesa è proprio l’Europa oggetto di appetiti tra oriente ed occidente. E l’Europa si dibatte tra i nazionalismi imperialistici dell’Ungheria e di larghe frange di persone di altri Paesi da una parte, e dall’altra di Paesi e persone che insistono nel volere l’unità europea. L’eventuale vittoria di Macron alle elezioni presidenziali va in questa seconda direzione. Tuttavia la situazione resta molto pericolosa perché sono già sul campo di battaglia, da un lato le armi russe e dall’altro quelle americane, mentre la Germania si prepara a un grande riarmo.
Occorrerebbe assumere in Europa una maggiore indipendenza rispetto ai due blocchi, ma questa è impedita dal fatto che il sistema economico predatorio neoliberista favorisce gli Stati più forti sugli Stati più deboli e rende impossibile l’unificazione di un’Europa che, in condizione di parità fra gli Stati, persegua la pace e la giustizia fra le Nazioni, come prescrive l’articolo 11 della nostra Costituzione.
Intanto il nostro governo si limita di preoccuparsi di tamponare i nefasti effetti economici della guerra sulle forniture di gas, girando tra Algeria e altri Paesi produttori di questa materia prima, al fine di diversificare gli acquisti, mentre sul piano della politica europea emerge la sola voce del presidente austriaco Karl Nehammer che si reca oggi da Putin per trattare di un assai poco probabile cessate il fuoco.
In realtà la composizione frazionale di questo assurdo e, in gran parte incomprensibile conflitto, non può prescindere da un cambiamento del sistema economico che si è ormai esteso in tutto il mondo. Un sistema economico che, travolgendo l’interesse dei Popoli e delle Nazioni, sostituisce alla guerra economica dei poteri finanziari una guerra armata dei popoli per impossessarsi delle ricchezze di altri Paesi.
Finché la legge continuerà a legalizzare questa sorta di crimine delle privatizzazioni dei demani pubblici che appartengono ai Popoli, gli speculatori continueranno a avere un’enorme potenza decisionale anche in campo militare e, sia pur con gli errori inizialmente descritti dell’offensiva russa in ucraina, continueranno nei loro massacri di popolazioni inermi, unendo a questi la distruzione avanzante della vita sul Pianeta.
Ed è per questo che insisto come al solito sulla necessità di attuare gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42, 43 e 118 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.