"Abbiamo ancora dei parenti lì, ma le persone non escono di casa. Gli uomini sono quasi tutti nascosti per evitare di essere arruolati. Le donne vanno a fare la spesa. Il pane è razionato, viene consegnato a persona o a coppia"
Anna Safroncik e il padre Eugenio sono stati ospiti insieme dell’ultima puntata di “Verissimo”, andata in oda domenica 10 aprile su Canale 5, e a Silvia Toffanin hanno raccontato della fuga dell’uomo dall’Ucraina, nei giorni in cui era appena iniziata l’invasione russa. Un viaggio della speranza che l’attrice ha documentato sui social, condividendo con i fan quei momenti di angoscia prima di riabbracciare finalmente il padre. “Sono stati attimi durissimi, ma ora sono contento di essere qui con mia figlia -ha spiegato il signor Safroncik -. Io non volevo lasciare la mia nazione, non volevo fuggire. Ho passato lì tutta la mia vita, lavorando anche in teatro. Sono anche insegnante di canto e mi piaceva molto vivere lì. Quando di notte hanno dato il via agli scontri in strada, si udivano gli spari, si udivano le armi. Di fianco a noi, avevamo il Ministero della Difesa e c’era il pericolo che anche noi fossimo bersaglio dei bombardamenti“.
Entrambi con gli stessi occhi azzurri penetranti, si sono tenuti la mano per tutta l’intervista: “Sono stati giorni difficili, non dormivo, non facevo nulla se non capire come avrei potuto aiutarlo“, ha raccontato quindi l’attrice di Centovetrine, aggiungendo che ora suo padre e la moglie vivono con lei. “Non so ancora se casa mia in Ucraina esista ancora, se sia stata colpita da un missile o meno. Lì c’è anche la residenza del presidente, che rappresenta un target per la Russia”, ha aggiunto il signor Eugenio.
“Sono veramente felice, come lo sono stata altre poche volte nella mia vita. Io e papà non abbiamo avuto mai una vicinanza fisica. Ci amiamo da una vita su Skype, ci vediamo una volta all’anno per una settimana. Adesso, sono ormai passati quasi 30 giorni dal viaggio. È incredibile quanto la vita possa regalarti in momenti così tragici, così difficili”, ha detto quindi Anna Safroncik. Per poi concludere: “Abbiamo ancora dei parenti lì, ma le persone non escono di casa. Gli uomini sono quasi tutti nascosti per evitare di essere arruolati. Le donne vanno a fare la spesa. Il pane è razionato, viene consegnato a persona o a coppia. Sappiamo anche che le case vengono continuamente saccheggiate dai soldati russi, che caricano nei camion qualunque cosa“.