Pagliarulo, 72 anni, è a capo dell'Anpi dal 30 ottobre 2020, quando successe a Carla Nespolo. Per aver espresso posizioni contrarie all'invio di armi all'Ucraina e per aver chiesto un'indagine indipendente sul massacro di Bucha, nelle ultime settimane l'associazione è stata travolta da un mare di polemiche: l'ultima ha riguardato il manifesto del 25 aprile di quest'anno, accompagnato dalla frase "L'Italia ripudia la guerra"
Nella riunione in corso a Roma con all’ordine del giorno la nomina degli organismi dirigenti nazionali, il Comitato nazionale dell’Anpi eletto a fine marzo dal congresso di Riccione ha confermato Gianfranco Pagliarulo nella carica di presidente nazionale dell’associazione. Gli astenuti sono stati soltanto due su 37 membri. Pagliarulo, 72 anni, è a capo dell’Anpi dal 30 ottobre 2020, quando successe a Carla Nespolo. Giornalista pubblicista, dal 2001 al 2006 è stato senatore di Rifondazione comunista. Per aver espresso posizioni contrarie all’invio di armi all’Ucraina e per aver chiesto un’indagine indipendente sul massacro di Bucha, nelle ultime settimane l’associazione è stata travolta da un mare di polemiche: “L’Anpi sta subendo una vera e propria fatwa, nelle forme più ridicole e grottesche, oltre che più false”, anche da parte di “esponenti della cultura liberal democratica che così negano il pensiero critico e quel patrimonio di libertà e tolleranza che dovrebbe essere proprio di quella cultura. Questo è un dato inquietante non per l’Anpi ma per la democrazia italiana”, ha detto di recente Pagliarulo.
Il Comitato nazionale ANPI, eletto dal Congresso di Riccione, nella riunione in corso a Roma con all’ordine del giorno la nomina degli organismi dirigenti nazionali, ha confermato, con solo 2 astenuti su 37 membri, Gianfranco Pagliarulo Presidente nazionale ANPI pic.twitter.com/c42gyichZn
— A.N.P.I. Nazionale (@Anpinazionale) April 12, 2022
L’ultima polemica ha riguardato il manifesto per il 25 aprile di quest’anno, in cui l’associazione ha scelto di citare l’iconica frase dell’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra“. Un riferimento letto – anche in questo caso – da una certa area culturale come una strizzata d’occhio al regiome di Vladimir Putin, tanto che nel proprio editoriale di martedì il vicedirettore del Corriere Massimo Gramellini si è spinto a riformulare la sigla “Anpi” in “Associazione nazionale putiniani d’Italia“. I media avevano cavalcato anche le dichiarazioni della segretaria della sezione di Bologna, Anna Cocchi: “Non c’è dubbio che la posizione espressa su Bucha è stata del nazionale, in un momento in cui non si sono ancora rinnovati gli organi e siamo in attesa di eleggere il presidente”, aveva detto. Ora però Pagliarulo è stato riconfermato a schiacciante maggioranza, segno che la quasi totalità degli iscritti ha condiviso le sue prese di posizione più recenti.