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Benzina e diesel, nei primi 10 giorni il rincaro del greggio si è “mangiato” due centesimi dello sconto. Cali più forti da aprile

Il costo del greggio è salito dai 102 dollari al barile del 21 marzo ai 121 dollari del 24 marzo vanificando, a causa dell'Iva, parte della riduzione delle accise. Discese dei prezzi alla pompa più marcate dovrebbero essersi registrate invece nei giorni successivi al 31 marzo con il petrolio sceso in modo piuttosto lineare da 110 a 102 dollari al barile

“Stiamo proseguendo il monitoraggio quotidiano dei prezzi comunicati dagli impianti successivamente all’entrata in vigore della riduzione delle accise. Sono poco più 1.700 gli impianti che, dal 21 al 31 marzo, hanno comunicato il prezzo praticato senza soluzione di continuità. I dati di tali impianti mostrano un prezzo mediamente più basso di 28,8 centesimi per la benzina e 27,7 per il gasolio”. Lo afferma il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, in un’audizione in commissione al Senato sul decreto cosiddetto Ucraina bis. “La variazione del prezzo in valore assoluto è di 2-3 centesimi più bassa alla riduzione dell’accisa”, spiega, ma “in un arco temporale così ampio l’andamento dei prezzi alla pompa è influenzato anche dalla dinamica dei prezzi internazionali”.

Guardando però l’andamento del prezzo del greggio nella settimana indicata non pare sia in atto una sorta di tentativo di “fare i furbi”. Bisogna ricordare che le accise sono imposte dal valore fisso. Una volta che vengono sommate al costo delle materia prima (ossia benzina e gasolio industriali strettamente legati alle oscillazioni del petrolio) al totale viene applicata l’Iva che è del 22%. Il decreto del governo dispone una riduzione delle accise di 25 centesimi, portandole per la benzina da 0,72 a 0,47 euro. Applicando l’Iva su un valore delle accise inferiore si risparmiano altri 5,5 centesimi che porterebbero il totale della riduzione a 30,5 centesimi. Tuttavia nella settimana considerata il prezzo del greggio ha subito forti oscillazioni. E’ salito dai 102 dollari al barile del 21 marzo ai 121 dollari del 24 marzo (un incremento di quasi il 25% che si traduce in una maggiore incidenza Iva di 4 centesimi) per poi ridiscendere fino ai 107 dollari del 31 marzo.

Discese dei prezzi alla pompa più marcate dovrebbero essersi registrate invece nei giorni successivi al 31 marzo con il petrolio sceso in modo piuttosto lineare da 110 a 102 dollari al barile. La discesa dei listini è confermata dai dati del ministero per la Transizione ecologica. Un litro di benzina si pagava in media ieri 1,765 euro contro gli 1,792 della settimana precedente. Per il gasolio si è passati da 1,788 euro a 1,760 euro.