L’unica persona che davvero ti capisce, caro ucraino/a, è un siriano.
Non puoi immaginare quanto le immagini che ho visto in televisione abbiano richiamato alla mia memoria luoghi e stragi che sono lontani e vicini a te. Bucha, quei corpi stesi sull’asfalto, non erano altro che il ripetersi delle immagini che ho visto ad Aleppo, quando una mattina ci svegliammo e decine di corpi, con le mani legate dietro la schiena, furono ritrovati lungo il canale del fiume Quwaiq. Anche lì, come a Bucha, è cominciata la macchina del fango, anzi, del negazionismo: uno strumento orribile che pensavamo recluso in un cassetto della Storia.
“Si muovono/perché prima quei corpi non erano lì/guardate queste immagini che non ci vogliono far vedere” hanno gridato i difensori, finti democratici, di Putin indicando che quei cadaveri a Bucha facessero parte di una macchinazione. Una messinscena, degna del cinema, in cui quei cadaveri non erano altro che di attori o comparse pagate per fingere di essere esanimi. Il motivo di questo show di questa guerra, ci suggeriscono gli analisti che dicono di porre domande scomode e di essere censurati nonostante siano sempre in televisione o presenti sui giornali, “è quello di cacciare un leader scomodo come Putin”. Il suo peccato originale, ci fanno intendere, è quello di essere un povero agnellino. Uno che in Siria ci ha addirittura salvati dalla sporca guerra, “l’ennesima” degli americani che volevano punire un dittatore che aveva usato armi chimiche sul proprio popolo.
Ma non sia mai, “se gli americani intervenissero – dicevano questi analisti per la Siria, oggi per l’Ucraina – il conflitto si estenderebbe”. E il monito conclusivo era: “Mica vogliamo esportare nuovamente la democrazia?!”. Quindi meglio lasciar fare a Putin, ancora e ancora. Poco importa se milioni di persone scappano dalle loro case perché sono solo il risultato degli eventi. Le file alle stazioni; la gente che cammina verso i confini in cerca di accoglienza ricordano la gente di Yarmouk, capo palestinese a Damasco, in una foto diventata celebre in cui la moltitudine di persone copre perfino le macerie. Kiev, assediata… sembra Aleppo. Mariupol è Homs, sulla costa siriana, martellate entrambe dall’alto, rase al suolo. E le scuse di Putin che dice di essere intervenuto per de-nazificare l’Ucraina assomigliano alla scusa dei bombardamenti indiscriminati in nome della guerra all’Isis che, sicuramente, ha operato in Siria ma che non poteva giustificare la nostra accettazione davanti alle bombe a grappolo sganciate dagli aerei russi sugli ospedali e sui centri abitati.
Ma, cara/o fratello ucraino, tu sarai più fortunato, te lo prometto. Sembra che in molti oggi abbiano capito il vero volto della Russia di Putin, tutti i veli sono caduti. La tua è una società diversa, in un luogo diverso, più vicina al sentire europeo. E dall’oblio della Siria, una mano solidale stringe la tua.