Sentimenti che non si traducono per ora certo in una resa da parte della matriarca di casa Windsor, pronta a esaltare di nuovo in toni battaglieri "lo spirito" mostrato dal personale del servizio sanitario nazionale del Regno (Nhs) nei due anni di emergenza pandemica: uno spirito degno "di Dunkerque", ha sentenziato, rievocando il paragone con una delle pagine eroiche della storia britannica nel secondo conflitto mondiale
Anche una regina dalla tempra di ferro come Elisabetta II può sentirsi ancora “molto stanca ed esausta” settimane dopo aver superato il Covid-19 piovutole addosso a metà febbraio. Gli esperti lo chiamano “Long Covid” e, soprattutto con le nuove varianti, colpisce sempre più persone. Peccato che per la Regina sia l’ennesimo scoglio da affrontare di un biennio orribile segnato non solo dalla pandemia, ma pure dallo strappo dalla Royal Family del nipote Harry, dallo scandalo sessuale Epstein che ha gettato ombre sul figlio prediletto Andrea, dalla morte del quasi centenario principe consorte Filippo, compagno di una vita, e – in ultimo – da un prolungato periodo di riposo precauzionale impostole dai medici fra le mura del castello di Windsor. A rivelarlo, in modo indiretto eppure chiarissimo, è stata la stessa Sovrana – che compirà 96 anni tra 9 giorni – in una chiacchierata con pazienti e camici bianchi di un ospedale di Londra che ha avuto il sapore dello sfogo, se non quello del preannuncio di un passo d’addio, magari verso l’abdicazione in favore dell’eterno erede Carlo cui l’irriducibile figlia di re Giorgio VI e della guerra si è finora sempre rifiutata di piegarsi, come fosse una sorta di tradimento dei propri doveri.
Chiamata ieri a collegarsi in video con il Royal London Hospital di White Chapel per l’inaugurazione a distanza di una nuova ala a lei intitolata, l’anziana monarca ha ascoltato con aria pensosa medici, infermieri e un paziente reduce dal Covid come lei. Poi ha commentato: “Questo virus lascia molto stanchi ed esausti, non è vero?“. Riflessione frutto senz’altro di un’esperienza intima, sottolineano oggi unanimi i tabloid dell’isola, interpretando in prima pagina la frase come richiamo diretto alla sua personale “battaglia contro il Covid“; come la confessione di una spossatezza testimoniata anche nei pochi incontri pubblici cui Sua Maestà ha potuto prestarsi di recente o nell’esplicita ammissione fatta a due generali ricevuti alcune settimane fa sulle sue difficoltà a deambulare o a stare in piedi senza l’aiuto di un bastone. Segnali di fatica che le tracce del coronavirus, da cui pure è guarita il mese scorso, non possono non aver appesantito a dispetto delle rassicurazioni ufficiali fatte circolare dal palazzo al momento della diffusione della notizia del contagio della Sovrana (pochi giorni dopo quello del primogenito Carlo e della di lui consorte Camilla) nei quali si evocavano solo “sintomi leggeri, simili a quelli di un raffreddore”. Tanto più sullo sfondo di una pandemia che Elisabetta non ha esitato a definire “orribile” per le restrizioni frapposte a lungo alla possibilità d’incontrare “familiari e persone care”.
Sentimenti che non si traducono per ora certo in una resa da parte della matriarca di casa Windsor, pronta a esaltare di nuovo in toni battaglieri “lo spirito” mostrato dal personale del servizio sanitario nazionale del Regno (Nhs) nei due anni di emergenza pandemica: uno spirito degno “di Dunkerque”, ha sentenziato, rievocando il paragone con una delle pagine eroiche della storia britannica nel secondo conflitto mondiale. Né ne cancellano la determinazione a partecipare almeno agli eventi clou d’inizio giugno del Giubileo di Platino che in questo 2022 suggella i suoi 70 anni di regno da record. Anche se la necessità di dover delegare sempre più spesso al 73enne Carlo persino gli appuntamenti più solenni – come la funzione del prossimo Giovedì Santo, destinata a esser disertata in settimana per la prima volta dall’ascesa sul trono – non permette d’escludere più nulla a priori: nemmeno che questa Pasqua di Resurrezione possa essere l’ultima, per lei, nelle vesti di sovrana regnante.