Non basta il collegamento ferroviario con Bergamo per rendere l’aeroporto di Orio al Serio sostenibile e compatibile per la qualità della vita delle migliaia di cittadini che vivono attorno al sedime dello scalo. Presto, infatti, torneranno i 240 voli giornalieri ante Covid. Neppure i voli notturni dell’attività cargo rimarranno ridotti. I 10-11 voli notturni non effettuati dalla DHL per il suo recente trasferimento a Malpensa verranno presto sostituiti da Amazon rendendo sempre più pesante l’inquinamento acustico delle emissioni degli aerei di pm 5 nell’aria.
Non c’è pace per gli abitanti dei quartieri bergamaschi e delle località vicine al sedime aeroportuale dello scalo di Orio al Serio. In particolare ora sono sotto tiro quelli di Boccaleone (quartiere storico nella zona sud est di Bergamo) che verrà tagliato letteralmente in due per collegare Orio al Serio. Si tratta di 5,3 km a doppio binario. A questo proposito si legge sul sito di FS: “La nuova linea attraversa un territorio antropizzato ricadente nei comuni di Bergamo e Orio al Serio, con importanti interferenze di tipo idraulico e infrastrutturale. È prevista una galleria di lunghezza pari a circa 600 metri al fine di evitare l’interferenza con il cono di volo della pista aeroportuale”.
Il comitato di quartiere che si oppone a questo progetto ha raccolto 17 mila firme in pochi mesi ed ora propone un intervento più soft e più utile della città. Città che ogni giorno è presa d’assalto da migliaia di automobilisti provenienti dalla periferia. Si tratta di un più necessario collegamento di metropolitana leggera che vada oltre Orio al Serio per riuscire a spostare non tanto i pochi volatori che useranno il treno, quanto i pendolari e i cittadini della zona che ogni giorno intasano le trafficatissime strade di accesso per Bergamo. Non hanno tutti i torti. Le linee autobus extraurbane sono ridotte al lumicino e servono quasi esclusivamente gli studenti, mentre nei festivi e nel pomeriggio c’è il deserto. Le stime di utilizzo del treno di RFI del 30% sono sovrastimate. Infatti se i maggiori scali europei incassano percentuali molto più alte (Berlino 47%, Copenaghen 37%, Amsterdam 35%), Malpensa dopo 15 anni di “rodaggio” del treno è ferma al 13% pur registrando 28,7 milioni di passeggeri/2019.
Un grande investimento: un treno ad hoc per i soli passeggeri aeroportuali non sembra giustificato e i costi dell’opera sono destinati ad aumentare almeno del 25% per effetto dell’aumento del prezzo delle materie prime, energetiche e del rialzo dell’inflazione. Già il costo di 170 milioni di euro (32 milioni di euro a km) è esorbitante: un ulteriore aumento renderebbe ancor più insostenibile l’intervento. La prevista nuova tratta ferroviaria di Bergamo-Orio al Serio comprometterà per sempre anche una delle poche aree agricole rimaste della cintura verde di Bergamo, dove il paesaggio agricolo verrà stravolto, ridotta la sua capacità produttività e compromesso l’ecosistema. Lo scalo orobico è passato da 7 milioni di unità di traffico del 2012 a 15 milioni del 2019, sfondando le previsioni del vecchio piano di sviluppo, non rispettando le prescrizioni della Valutazione ambientale (VIA) e continuando ad operare in deroga delle norme sui voli notturni e senza un piano di zonizzazione acustica che fissi un tetto al rumore.
Ora è pronto un nuovo piano di sviluppo della Sacbo che prevede un’altra crescita esponenziale di traffico passeggeri e merci: la Sacbo non ha nessuna voglia di confrontarsi con la popolazione e di rispettare le norme ambientali. Ora pensa ad un uso strumentale del progetto del collegamento ferroviario per collocare lo scalo nel novero di quelli con maggiore sostenibilità ambientale. La continua crescita ai danni dell’ambiente è necessaria per assicurare gli utili (sempre in decrescita) agli azionisti pubblici e privati. Il risultato netto di gruppo si è attestato a 1,22 milioni (con o senza ammortamenti?) nonostante i ricchi ristori statali. Utili che sono diminuiti in questi anni con il crescere del traffico (controllato da Ryanair per l’80%) e che per essere realizzati ogni anno hanno visto crescere l’indebitamento netto dell’azienda, che quest’anno ha sfiorato i 150 milioni.