Intanto, però, l'accordo è stato siglato, con le parti che, spiega l'Eni, hanno deciso di valorizzare le riserve di gas egiziane aumentando le attività gestite congiuntamente e identificando opportunità per massimizzare la produzione di gas a breve termine. Eni ottimizzerà inoltre le campagne esplorative nei blocchi esistenti e nelle aree di nuova acquisizione nelle regioni del Delta del Nilo, del Mediterraneo Orientale e del Deserto Occidentale
Anche dall’Egitto arriveranno presto nuove forniture di gas naturale liquefatto (Gnl) che contribuiranno ad aiutare l’Europa, e in particolare l’Italia, nella ricerca di un’indipendenza dal gas russo resasi necessaria dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Il presidente di Egas, Magdy Galal, e il direttore generale Natural Resources di Eni, Guido Brusco, hanno infatti firmato un accordo che, insieme a quello siglato per il riavvio dell’impianto di liquefazione di Damietta lo scorso anno, fornirà carichi di Gnl per volumi complessivi fino a 3 miliardi di metri cubi nel 2022 per il portafoglio Eni diretto in Europa e in Italia. Un accordo che, però, ha già incontrato le prime critiche da parte del Pd, con il segretario Enrico Letta che si dice “dubbioso” visti i contrasti tra le autorità giudiziarie dei due Paesi nella ricerca di verità e giustizia per Giulio Regeni. Nel corso dell’ultima udienza del processo ai quattro membri della National Security Agency del Cairo accusati della morte del ricercatore di Fiumicello, il giudice ha infatti deciso per una nuova sospensione a causa della mancanza di collaborazione del governo nordafricano per l’iscrizione di domicilio dei presunti responsabili.
L’eventuale accordo per una fornitura di gas con l’Egitto “mi lascia moltissimi dubbi. La vicenda Regeni va oltre la singola vicenda personale drammatica, è un simbolo della necessità di difendere i diritti umani e di fare giustizia. Netta la nostra richiesta al governo di essere molto più forte ed esigente nei confronti degli egiziani. Quindi sì, i dubbi sono molto alti”, sono state le parole pronunciate dal leader Dem. Intanto, però, l’accordo è stato siglato, con le parti che, spiega l’Eni, hanno deciso di valorizzare le riserve di gas egiziane aumentando le attività gestite congiuntamente e identificando opportunità per massimizzare la produzione di gas a breve termine. Eni ottimizzerà inoltre le campagne esplorative nei blocchi esistenti e nelle aree di nuova acquisizione nelle regioni del Delta del Nilo, del Mediterraneo Orientale e del Deserto Occidentale.
Proprio in quest’ultima area, Eni ha anche comunicato che nella concessione di Meleiha sono state fatte nuove scoperte di petrolio e gas per circa 8.500 barili al giorno. Scoperte già allacciate e messe in produzione. Inoltre, Eni rinnova l’impegno nel Deserto Occidentale con la recente acquisizione di due blocchi esplorativi e con la pianificazione nel 2022 di un nuovo rilievo sismico 3D ad alta risoluzione nella concessione di Meleiha, volto anche ad investigare il potenziale a gas dell’area in linea con gli obiettivi di transizione energetica.