Elon Musk rompe gli indugi e lancia un’offerta ostile sul 100% di Twitter con l’obiettivo di ritirarla dal listino di Borsa e “sbloccare il suo straordinario potenziale”. Lo scorso anno il social che ha oltre 200 milioni di utenti attivi ha registrato ricavi per oltre 5 miliardi ma una perdita di quasi 500 milioni. Il patron di Tesla, che il 4 aprile aveva annunciato l’acquisto di oltre il 9% del gruppo, offre 54,20 dollari per azione, valutando dunque Twitter 43 miliardi di dollari. “Ho investito in Twitter perché credo nel suo potenziale di essere la piattaforma per la libertà di parola in tutto il mondo, e credo che la libertà di parola sia un imperativo sociale per una democrazia funzionante”, scrive Musk nel documento in cui annuncia l’offerta. “Tuttavia, da quando ho fatto il mio investimento mi rendo conto che l’azienda non potrà né prosperare né servire questo imperativo sociale nella sua forma attuale. Twitter ha bisogno di essere trasformata in una società privata”. E “se l’offerta non è “accettata dovrei riconsiderare la mia posizione di socio”.

Dopo l’annuncio le azioni di Twitter sono balzate di quasi il 12% in pre-mercato. L’offerta incorpora un premio “del 54% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni ordinarie il 28 gennaio 2022, il giorno di negoziazione prima che Musk iniziasse a investire in Twitter” precisa il documento inviato alla Sec. Il gruppo fondato da Jack Dorsey, che oggi ha come secondo azionista il fondo Vanguard che detiene l’8,7%, ha fatto sapere che “esaminerà con attenzione” e risponderà nel “miglior interesse di tutti gli stockholder”. Se l’operazione, che vede Morgan Stanley come advisor finanziario, andrà a buon fine, Twitter sarà delistata e dirà addio alla Borsa di New York.

Poco prima era arrivata notizia di un’azione legale collettiva contro Musk: un gruppo di investitori lo accusa di aver violato la legge “comunicando tardivamente il suo acquisto” del 9% per risparmiare così circa 143 milioni di dollari: avrebbe “ritardato illegalmente la rivelazione della sua grande partecipazione nella società per poter acquistare più azioni a un prezzo inferiore”. Stando ai documenti legali depositati a New York, Musk avrebbe dovuto avvisare la Securities and Exchange Commission (omologa della Consob) 10 giorni prima del superamento della quota del 5% di Twitter – ovvero il 24 marzo. La segnalazione di Musk è arrivata soltanto il 4 aprile, sottolineano gli investitori, e il miliardario è stato così in grado di continuare ad acquistare azioni Twitter a prezzo “normale”, fino all’annuncio tardivo dell’acquisto. Musk non ha rilasciato nessun commento sulla vicenda.

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