A meno di venti giorni dalla scadenza dei contratti, con il rischio di trovarsi senza lavoro a partire dalla Festa dei lavoratori del Primo maggio, sono 1890 i navigator che temono di restare a casa, senza più un’occupazione. Dopo due proroghe (e una terza che, almeno per il momento, il governo non sembra voler prendere in considerazione, al di là delle richieste dei sindacati e dei lavoratori), la figura professionale introdotta con il reddito di cittadinanza, con il compito di aiutare i percettori del sussidio a trovare un impiego, rischia di venire archiviata. Per questo motivo decine di lavoratori sono tornati a manifestare, sia di fronte alla sede di Anpal (Agenzia per le Politiche Attive del Lavoro) a Roma, che in altre città d’Italia, da Palermo a Napoli, fino a Firenze e Torino, ma non solo, di fronte alle prefetture.
Tavolo promesso e non ancora convocato? Dobbiamo comunque riconoscere che, al contrario delle Regioni e del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, il ministro del Lavoro Andrea Orlando è stato l’unico che ci ha messo la faccia. Ma la questione non è soltanto nelle sue mani. Il governo deve assumersi questa responsabilità, nella sua interezza. Altrimenti, se il primo maggio verranno mandate a casa quasi 2mila persone, nessun personaggio della politica si avvicini ai palchi del primo maggio, perché non li faremo venire”, attacca Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil. Una data ufficiale del tavolo di confronto (promesso) tra governo e sindacati ancora non c’è, anche se è probabile che il vertice sia convocato il 21 aprile, a nove giorni dalla scadenza dei contratti: “Poco tempo per trovare una soluzione, osteggiata da Regioni e da gran parte dell’arco parlamentare? Sono state salvate banche in 36 ore, credo si possa fare anche per salvare questi lavoratori”, attacca ancora Bombardieri.
Ma se l’esecutivo non troverà almeno un nuovo compromesso – la proroga auspicata dai sindacati Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp, in attesa di una soluzione strutturale – , per tanti lavoratori che dovevano rappresentare il simbolo della riforma delle politiche attive, non resterà che tornare in piazza, “dopo tre anni di competenze acquisite e fondi pubblici usati per la nostra formazione”, denunciano. L’appuntamento è già in programma per il prossimo 20 aprile, ma potrebbe slittare, in base alla data scelta per il vertice interministeriale e con i delegati sindacali. “Ci siamo sempre occupati degli ultimi. Al momento siamo in stato di agitazione e abbiamo sospeso le attività. Paradossale dover prendere qualcuno in carico oggi e poi avvertirlo che non potremo più seguirlo tra due settimane, a causa della scadenza dei contratti”, denunciano i navigator.
E ancora: “Non si capisce chi dovrà convocare centinaia di persone ai centri per l’impiego nel momento in cui il 20 per cento del personale che vi opera viene mandato a casa”, denunciano. Tutto nonostante per il programma Gol (la Garanzia di occupabilità dei lavoratori) l’esecutivo abbia già investito ben 5 miliardi di euro nel Pnrr. “Dal ‘governo dei migliori’, così come viene ribattezzato l’esecutivo Draghi, ci aspettavamo che le competenze venissero valorizzate”, accusano dal presidio di Roma. Una delegazione è stata ricevuta al ministero del Lavoro dallo staff della sottosegretaria al Lavoro Rossella Accoto (M5s), ma l’incontro, in vista del vertice dei ministri, è stato interlocutorio. Anche se, come ha anticipato Silvia Simoncini (segreteria Nidil Cgil) “resta un’ostilità sulla richiesta di ulteriore proroga”. Dai lavoratori, però, considerati i tempi stretti e il rischio di restare senza lavoro, la richiesta è unanime: “In vista di una soluzione, serve una proroga per garantire la continuità occupazionale“.
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