Sale a 306 il numero delle vittime per le inondazioni e le frane che negli scorsi giorni hanno colpito il Sudafrica. Le recenti piogge torrenziali si sono abbattute sulla provincia orientale di KwaZulu-Natal e in particolar modo sulla città di Durban. Migliaia gli sfollati, strade e ponti distrutti e almeno 248 scuole danneggiate. Proseguono le ricerche dei dispersi nella regione in cui il governo ha dichiarato lo stato di calamità.
“Si tratta di una calamità. Una catastrofe di enormi proporzioni”, ha spiegato il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, che ieri, 13 aprile, ha visitato i territori colpiti. Ramaphosa ha aggiunto che “questo disastro è dovuto al cambiamento climatico” e per questo motivo “non possiamo più rimandare ciò che dobbiamo fare per arginarlo”.
Per gli esperti si tratta della più grande tempesta mai registrata in Sud Africa. Basti pensare che nelle zone colpite sono caduti più di 450 millimetri di pioggia in 48 ore: quasi la metà delle precipitazioni che in media si registrano in un anno a Durban, circa 1009 millimetri.
Gli scienziati del progetto World Weather Attribution (WWA), che analizza il ruolo della crisi climatica negli eventi meteorologici estremi, hanno scoperto che il cambiamento climatico ha aumentato la probabilità degli stessi. “Ancora una volta stiamo vedendo come le persone con meno responsabilità per il cambiamento climatico stanno subendo il peso degli impatti“, ha dichiarato martedì, 12 aprile, la climatologa Friederike Otto dell’Istituto Grantham dell’Imperial College di Londra, riferendosi alle alluvioni. “I paesi ricchi dovrebbero onorare i loro impegni e aumentare i fondi necessari per l’adattamento e per compensare i pagamenti dei danni e delle perdite provocati dagli eventi estremi”, ha aggiunto.
Nelle scorse ore, sono stati ritrovati 14 coccodrilli che risultavano dispersi. L’organizzazione Ezemvelo KZN Wildlife aveva dato l’allerta dopo la scomparsa dei rettili da un allevamento chiamato ‘Crocodile Creek‘ a nordest di Durban.