Un deterrente all’immigrazione per salvare la vita di migliaia di persone che altrimenti potrebbero annegare nelle fredde acque della Manica. Un “approccio innovativo” per mettere fine al business degli scafisti senza scrupoli che si arricchiscono con la tratta dei disperati. Ai britannici (basiti, se non furiosi) il primo ministro Boris Johnson l’ha venduto così il nuovo programma pilota, varato giovedì dal ministero dell’Interno, in base al quale ogni immigrato illegale che cercherà di approdare sulle coste britanniche – o che sia entrato in Gran Bretagna in modo irregolare dall’inizio dell’anno – verrà spedito in Ruanda, con un biglietto di sola andata.
I finanziamenti a Kigali – Qui, una volta ottenuto l’asilo, i rifugiati potranno ricominciare una nuova vita sostenuti per cinque anni dal governo britannico che ha finanziato il governo di Kigali con una prima tranche di 140 milioni di euro per accoglierli in ostelli privati. E chi non ha le carte in regola per ottenere lo status di rifugiato sarà rinviato nel paese d’origine. Nel 2021 quasi 29mila persone sono sbarcate sulle spiagge del Kent, contea dell’Inghilterra a sud-est di Londra (erano 8.404 l’anno precedente) ed i “600 migranti arrivati su un gommone solo nella giornata di mercoledì scorso potrebbero diventare 1000 al giorno nelle prossime settimane”, mette in guardia Johnson a giustificazione del repentino giro di vite sull’immigrazione. Il programma prevede anche il dispiegamento della Royal Navy, la Marina Militare, per intercettare, identificare e bloccare i barconi degli scafisti.
Grazie Brexit – “Lo schema è anetico, esorbitante e non funzionerà” secondo l’opposizione laburista di Keir Starmer, che accusa il primo ministro di averlo introdotto in modo tattico per distrarre il pubblico dallo scandalo del partygate. Oltre 160 organizzazioni benefiche hanno firmato una lettera aperta per chiedere al governo di abolire un programma definito “vergognosamente crudele”. Ma Johnson, già al centro delle critiche per l’esiguità dei visti concessi ai rifugiati ucraini, non sembra pronto al retromarcia: “La nostra compassione è infinita ma l’accoglienza no” ha tagliato secco, sbandierando la Brexit che con la fine della libera circolazione delle persone ha dato al Regno Unito la “libertà di riprendersi il controllo delle proprie frontiere”. Un discorso quasi a voler rabbonire i conservatori più radicali, prima che decidano di usare l’arma della mozione di sfiducia per far fuori il primo inquilino di Downing Street che è stato multato per aver commesso un reato (la violazione delle norme anti-covid, ndr).
Perchè il Ruanda? – Altri paesi, come la Croazia, hanno rifiutato l’accordo proposto dal ministero dell’Interno britannico sugli immigrati. La scelta è quindi caduta sul paese africano, che secondo Johnson ha la capacità di accogliere un numero illimitato di persone. “Siamo chiari, il Ruanda è uno dei paesi più sicuri al mondo, riconosciuto a livello globale per l’ospitalità e l’integrazione che offre ai migranti” è il commento del premier, che non dissolve la memoria del genocidio degli anni Novanta e mal si accosta ai recenti allarmi sollevati dalle autorità britanniche contro il governo del Ruanda per non aver investigato presunte torture, omicidi, e repressione della libertà di stampa e dei diritti umani.