Nella notte le forze russe hanno colpito con missili Kalibr lanciati dal mare la fabbrica di armi Zhulyany Vizar, vicino alla capitale, che produce tra l’altro razzi terra-aria anti aereo e componenti per aerei ed elicotteri. Il portavoce di Shoigu: "Aumenteremo numero e portata dei raid"
Le truppe si sono ritirate, ma su Kiev tornano a piovere missili. Una strategia per accelerare il conflitto, che ha ripreso piede nella notte tra giovedì e venerdì, da parte della Russia. Ufficialmente una risposta ai razzi che hanno colpito alcuni villaggi in territorio russo, nella regione di Belgorod. Opera degli ucraini, sosteneva Mosca nelle scorse ore. Una sorta di “false flag” per giustificare nuovi raid sulle capitale, ha risposto l’Ucraina. La reazione – annunciata già negli scorsi giorni – è in ogni caso arrivata.
E il “numero” e la “portata” degli attacchi missilistici su obiettivi a Kiev “aumenterà”, minaccia ora il ministero della Difesa russo citato da Intefax. Nella notte le forze russe hanno colpito una fabbrica di armi vicino alla capitale con missili Kalibr lanciati dal mare, come annunciato dal portavoce del ministro Shoigu, Igor Konashenkov. Si tratta di missili a guida di precisione a lungo raggio che sono andati a colpire lo stabilimento della Zhulyany Vizar, che produce tra l’altro razzi terra-aria anti aereo e componenti per aerei ed elicotteri. I missili russi hanno “distrutto le officine di produzione e manutenzione dei sistemi di difesa aerea a medio e lungo raggio e missili anti-nave”, ha precisato Konashenkov.
L’attacco di Mosca arriva all’indomani di diversi attacchi contro edifici residenziali nei villaggi di Klimovo, Spodaryushino e altri piccoli insediamenti nelle regioni di Bryansk e Belgorod. “Fatti da elicotteri ucraini”, ha tuonano Mosca. Mentre per Kiev si è trattato di “attacchi terroristici” delle stesse forze russe proprio per preparare il terreno a un’escalation militare che da giorni tutti gli esperti continuano a ritenere ormai imminente. Non solo nelle zone del sud e dell’est del Paese, dove la battaglia boots on the ground infuria e i russi avanzano annunciando di aver conquistato l’acciaieria di Ilyich a Mariupol.
L’avanzata nella città martire, difesa dalla Marina ucraina e dal battaglione con simpatie neonaziste Azov, è confermata proprio dalla Marina. Il maggiore Serhiy Volyn, comandante della 36/a brigata, ha lanciato un appello alle autorità a “sbloccare Mariupol il prima possibile, militarmente o politicamente”. Secondo Volyn, da questa mattina sono in corso feroci combattimenti: “I russi avanzano in modo aggressivo, la situazione è critica. Non abbiamo intenzione di arrenderci, ma la situazione sta precipitando”.
Mentre nelle zone sud, quindi, si combatte corpo a corpo in una città ormai sventrata da settimane di raid e l’affondamento dell’incrociatore Moskva ha allontanato la possibilità di uno sbarco anfibio, nella zona di Kiev – dove le truppe sono ormai assenti da giorni – ricomincia la pioggia di missili per provare a stringere i tempi di una guerra che ha ormai superato i 50 giorni di battaglia sul campo senza conquiste significative. E la data del 9 maggio è ormai dietro l’angolo: è quella segnata in rosso sul calendario del Cremlino, dicono gli esperti, per evitare di presentarsi a “mani vuote” alla parata militare del giorno che ricorda la vittoria contro i nazisti.