Ha preferito un bilocale a Manhattan alla magnificenza del palazzo imperiale di Tokio. E un lavoro di stagista non retribuito al ruolo di principessa. Lei è Mako, nipote dell’imperatore del Giappone Naruhito. Una donna che oggi ti può capitare di incontrare in metropolitana nella Grande Mela, stipata come tutti in mezzo alla folla di studenti e stagisti come lei. Perché? Pur di sposare l’uomo che amava, Kei Komuro, un cittadino comune, un avvocato, Mako ha rinunciato a ogni titolo nobiliare e ricchezza, si è rimboccata le maniche e si è trovata un lavoro. Anzi un’occupazione come stagista al Metropolitan Museum of Art – Met di New York. Avrà le carte in regola per ottenere in futuro un posto nel tempio dell’arte internazionale? Assolutamente sì. La giovane ex principessa è laureata in Arte e beni culturali all’Università Internazionale Cristiana di Mitaka, dove è scoppiata la scintilla d’amore per Kei suo compagno di studi. Non solo. Ha proseguito con un master in Studi museali all’Università di Leicester. Ed è persino stata ricercatrice al Museo dell’Università di Tokyo.
Le sue competenze sono confermate non certo dal sangue blu. Ma dal curriculum, dall’esperienza e dalla sua dimostrazione sul posto: “È qualificata. In generale, il suo è un lavoro che richiede grande preparazione e spesso significa passare molto tempo in biblioteca”. Lo dichiara al magazine People un ex curatore del Met. Mako infatti si occuperà di una mostra di dipinti del connazionale Shinzan Yamada (1885-1977) ispirata alla vita di Ippen, un monaco che viaggiò in Giappone durante il periodo Kamakura (1192-1333) introducendo il buddismo alle masse attraverso canti, balli e preghiere. E’ felice? Andiamo con ordine. Mako ha rinunciato a vivere nella residenza imperiale di Tokio che si estende con i suoi giardini per una superficie di oltre 1,15 km di metri quadrati. Ha rifiutato persino la buonuscita di oltre un milione che spetta, secondo le regole del Trono del Crisantemo, alle donne della dinastia costrette a lasciare la famiglia in caso di matrimonio borghese. Definisce le nozze con Kei Komuro, sposato lo scorso ottobre dopo dieci anni di colpi di scena e impedimenti “un passo necessario per la sua felicità”. Nella Costituzione giapponese figura fra i diritti fondamentali dell’individuo. Dopo quasi dieci anni la battaglia è vinta.
Quella di Mako e Kei è a oggi l’ordinaria vita di una giovane coppia piena di sogni. Ripetiamo la domanda: è felice? “Quello che vorrei è solo condurre una vita pacifica nel mio nuovo ambiente”, aveva dichiarato lei proprio nel giorno del matrimonio. “Abbiamo una sola vita e vogliamo trascorrerla con la persona che amiamo”, aveva puntualizzato il marito. Se nel film “Vacanze romane” di William Wyler, interpretato da Gregory Peck e Audrey Hepburn, la principessa Anna si fosse lasciata tentare da una vita normale fra giri in vespa e risate per le vie affollate della capitale, sarebbe stata felice? Nel film a impedirlo era il ruolo. Quel ruolo che nella realtà la coraggiosa Mako ha preferito abbandonare.