Dal 15 aprile decade l’obbligo – che scatta ogni anno il 15 novembre – di percorrere determinati tratti stradali e autostradali nazionali con pneumatici invernali o, in alternativa, dotati di catene, per essere adeguati a fronteggiare, in sicurezza, condizioni di asfalto con ghiaccio e neve.
Allo stesso tempo, da oggi, scatta l’obbligatorietà di circolare di nuovo con gomme estive solo per chi ha montato un treno invernale con marcatura M+S e un codice di velocità inferiore rispetto a quanto riportato sulla carta di circolazione. Al contrario, sarà possibile continuare a viaggiare con pneumatici della stagione precedente, purché abbiano il codice di velocità uguale o superiore a quello dichiarato sul libretto.
Per quanti rientrino nel primo caso, c’è tempo fino al 15 maggio per mettersi in regola con la normativa, dopodiché si rischia di incorrere in sanzioni che possono andare da 422 a 1.734 euro, con il ritiro della carta di circolazione e, successivamente, l’obbligo di revisione del veicolo.
Se per alcuni, quindi, il cambio gomme sarà un obbligo, ad altri, invece, si consiglia di farlo e adeguare i pneumatici alla stagione in corso: “Come in inverno l’equipaggiamento invernale offre la migliore sicurezza e comfort di guida, così in estate utilizzare un treno di gomme estive consente una riduzione degli spazi di frenata ed una ottimizzazione dei consumi”, spiega l’associazione di costruttori e rivenditori, Assogomma, “infatti viaggiare con pneumatici sgonfi, oltre a dare luogo a problemi di insicurezza di guida, produce un maggior consumo di carburante con conseguente inutile e proporzionale aumento di emissioni dannose e CO2”.
L’associazione, però, contestualmente lancia anche un allarme riguardo alla situazione della produzione stessa dei pneumatici, denunciando, in un comunicato, un innalzamento dei costi “come non si è mai registrato negli ultimi decenni”, e chiedendo interventi di sostegni al settore.
“Il 40% del carbon black consumato nella UE, indispensabile per la produzione di articoli in gomma, pneumatici compresi, proveniva da Russia e Bielorussia” – ha dichiarato Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma – “un flusso interrotto da quasi due mesi. Stesso discorso per i rinforzi metallici utilizzati nei pneumatici, nei tubi, nei nastri trasportatori, ecc. Non ci sono alternative praticabili a breve termine. A ciò si aggiungano i costi energetici con rincari di 3/4 volte rispetto al 2021”, spiegando che tutto ciò avrà quindi ripercussioni su disponibilità e prezzi finali dei prodotti.