È il risultato dell’operazione avviata nel secondo semestre del 2018 dai Carabinieri del Noe che hanno eseguito in un centro della provincia di Nuoro, ma anche a Prato e Desenzano del Garda, un’ordinanza di misura cautelare con la quale il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari ha disposto il sequestro preventivo di un’area rurale del comune sardo, che si trova nella zona dell’Ogliastra
Usavano un terreno di Villagrande Strisaili, in Sardegna, come sito di smaltimento per interrare rifiuti tessili provenienti dal Pratese. Nove persone sono ora indagate, a vario titolo: tre di loro sono sospettate di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, alle altre sei è contestata, in concorso, la gestione non autorizzata di rifiuti in merito a stoccaggio, trasporto e interramento abusivi. È il risultato dell’operazione avviata nel secondo semestre del 2018 dai Carabinieri del Noe di Cagliari che – insieme allo stesso reparto dell’Arma di Firenze e Brescia – hanno eseguito nel centro della provincia di Nuoro, ma anche a Prato e Desenzano del Garda, un’ordinanza di misura cautelare con la quale il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, su richiesta della Dda, ha disposto il sequestro preventivo di un’area rurale del comune sardo, che si trova nella zona dell’Ogliastra. Il terreno – secondo quanto emerso dalle indagini svolte dai carabinieri – veniva utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti tessili provenienti dal polo tessile del Pratese. Oggetto del sequestro cautelare sono anche tre veicoli e 38mila euro ritenuti provento dell’attività organizzata per il traffico illecito degli stessi rifiuti.
TESSILE PROVENIENTE DAL PRATESE – Dalla ricostruzione della vicenda fatta dagli investigatori dell’Arma emerge che i rifiuti oggetto del provvedimento cautelare sono risultati provenire dal polo tessile pratese. Nello specifico da un’azienda operante nel settore della gestione dei rifiuti di tale natura che se ne sarebbe liberata in maniera fraudolenta affidandone la gestione sotto falsa veste di merce a una società con sola sede legale a Cagliari. Quei rifiuti hanno poi viaggiato accompagnati da documentazione che ne attestava falsamente la natura di merce, in modo da eludere i rigidi controlli previsti in materia ed azzerarne completamente la tracciabilità.
L’AVVIO DELL’INDAGINE – Il provvedimento del giudice per le indagini preliminari è il risultato del lavoro investigativo avviato a metà 2018 dal Noe: in quella circostanza i carabinieri del capoluogo sardo avevano individuato due siti in cui erano stoccate oltre 130 tonnellate di tessili raccolti in balle. Insospettiti da quel ritrovamento, hanno deciso di approfondire ed estendere le indagini, sotto la direzione della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari. Un minuzioso lavoro investigativo, con il supporto di intercettazioni e video riprese, finalizzate, in primis, a individuare la provenienza dei rifiuti e ricostruire l’organizzazione messa in piedi con la finalità di gestire l’attività illecita. Ma anche evitare ulteriori ingressi illegittimi degli scarti tessili.
GLI ALTRI SITI DI STOCCAGGIO – Le indagini del Nucleo operativo ecologico si sono poi ampliate e hanno permesso di fare luce su una ulteriore fase di gestione abusiva organizzata: i rifiuti, con più operazioni, sono stati trasferiti abusivamente in altri siti. Alcuni di essi, in una prima fase portati in un capannone i nella zona industriale Macchiareddu, in provincia di Cagliari, sono stati spostati in un’area privata poco distante e successivamente sequestrati dai darabinieri. Altri, inizialmente stoccati in un capannone di Villagrande Strisaili, sono stati invece trasportati e interrati in un’area di campagna di proprietà comunale di cui gli indagati avevano la disponibilità.