Venti borse di studio da 2mila euro ciascuna per studenti russi e bielorussi che “si trovano in grave situazione di difficoltà economica a seguito dell’insorgere della crisi internazionale ucraina“. Il contenuto del bando pubblicato dall’Università di Torino ha scatenato le proteste del Consolato onorario dell’Ucraina in Piemonte che ha richiesto all’ateneo “di pronunciarsi con chiarezza sull’aggressione subita dall’Ucraina da parte della Federazione Russa, così come hanno fatto le Nazioni Unite, l’Unione Europea, l’Osce, il Governo italiano, la Regione Piemonte e la Città di Torino”.
Per Dario Arrigotti, console onorario, è “quanto meno sorprendente equiparare negli aiuti economici e a parole lo stato di ‘grave difficoltà’ degli studenti russi e bielorussi a quello degli studenti ucraini“. Secondo il console, “fin dall’inizio dell’aggressione russa l’Università di Torino, a differenza di tantissimi soggetti culturali e istituzioni locali di Torino e del Piemonte, non ha dedicato momenti di studio o discussione a quanto stava accadendo”.
La replica del rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, non si è fatta attendere: “L’università è luogo universale della formazione“, ha spiegato, “nel quale le giovani generazioni progettano e costruiscono il loro futuro. Qui si realizza il principale investimento nella pace, nel rispetto delle diversità e del benessere psico-fisico delle persone. Un diritto, questo, che non deve essere precluso a nessuno nell’interesse di tutti”. Geuna ha sottolineato che “il supporto con borse di studio per studentesse e studenti, ricercatrici e ricercatori ucraini, russi e bielorussi è pienamente in linea con la missione costituzionale dell’università di garantire il diritto allo studio a chi ne sia privato”. Ha inoltre precisato che “del finanziamento complessivo di quasi 700mila euro per l’emergenza, meno del 7% è destinato a garantire le esigenze di sussistenza di studentesse e studenti russi e bielorussi iscritti a UniTo”.
Che sia o meno arbitraria, la scelta di sostenere giovani provenienti da paesi diversi dall’Ucraina convive con un altro provvedimento, rivolto però agli studenti del paese invaso dalla Russia: 20 borse di studio da 3mila euro. Entrambi i bandi sono frutto di una deliberazione del Senato accademico del 29 marzo e prevedono aiuti anche sul fronte delle tasse universitarie. Ma mentre nel caso degli studenti ucraini è stato stabilito “l’esonero dal pagamento del contributo onnicomprensivo unico dovuto per l’anno accademico 2021/2022, con eventuale rimborso di rate già versate”, per quelli russi e bielorussi è prevista solo una “proroga fino al 31 luglio 2022 per la scadenza del pagamento della terza e quarta rata della contribuzione studentesca anno accademico 2021/2022″.