Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto oggi una conversazione telefonica con il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman durante la quale le parti hanno espresso l’impegno per “un ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali“. Lo riferisce l’agenzia Interfax citando il servizio stampa del Cremlino. Russia e Arabia Saudita sono i due Paesi leader nell’Opec+, organizzazione di Paesi produttori ed esportatori di petrolio. Gli Stati arabi maggiori produttori di greggio fanno parte del fronte di Paesi che non hanno aderito alle sanzioni contro la Russia, di cui fanno parte Cina, India, gli Stati dell’America Latina e dell’Africa e Israele.
L’Arabia Saudita possiede le seconde riserve di greggio al mondo dopo il Venezuela, stimate in 258 miliardi di barili. La Russia si colloca al sesto posto con 106 miliardi di barile. Quanto alla produzione dai giacimenti sauditi arrivano sul mercato 11 milioni di barili al giorno, da quelli russi poco meno: 10,6 milioni. Sinora Riad ha resistito alle pressioni statunitensi per un incremento della produzione di greggio al fine di raffreddare i prezzi di mercato. Mohammad bin Salman è il principe ereditario saudita figlio del regnante Salman. E’ ritenuto il mandante dell’omicidio del giornalista dissidente saudita Jamal Khashoggi avvenuto ad Istanbul nel 2018. Nel 2021 il leader di Italia Viva Matteo Renzi, ospite dell’ evento Future Investment Initiative (Fii) in Arabia, ha definito il principe “artefice di un nuovo rinascimento”.
Putin e bin Salman hanno anche discusso delle crisi in Ucraina e Yemen (dove l’Arabia Saudita conduce una guerra dal 2015 contro gli Houti, ndr), ha detto il Cremlino, senza fornire dettagli. L’Arabia Saudita ha affermato in una breve dichiarazione che il principe ereditario “ha ricevuto una telefonata” da Putin ma non ha menzionato in particolare l’OPEC+ o la cooperazione energetica. “Hanno discusso delle relazioni bilaterali che uniscono i due paesi e dei modi per migliorarle in vari campi”, afferma la nota saudita.