Più che una coalizione sembra un fan club. In vista delle comunali il centrodestra genovese dimentica le faide interne degli scorsi mesi e si stringe intorno al proprio top player: Marco Bucci, il “sindaco del fare”, l’ex manager pubblico riuscito a trasformare in soli cinque anni un feudo storico della sinistra in terreno solidamente controllato dall’altra sponda. I primi sondaggi fotografano la sensazione diffusa: se si votasse domani, il candidato progressista Ariel Dello Strologo finirebbe staccato di almeno 15 punti dal primo cittadino uscente, accreditato intorno al 55% e che quindi il prossimo 12 giugno potrebbe farcela senza nemmeno passare dal ballottaggio. Una scalata frutto di continui investimenti su comunicazione e immagine, nonché del consenso decisivo guadagnato con la ricostruzione del ponte Morandi, in cui Bucci ha sfruttato fino in fondo il celebratissimo “modello Genova”: pieni poteri, zero vincoli e montagne di soldi pubblici. Così i partiti ora fanno a gara a salire sul carro del previsto trionfatore: persino la Lega ha accettato – per la prima volta – di inserire nel simbolo il nome del candidato sindaco al posto di quello del segretario Matteo Salvini. E il fenomeno non si limita al perimetro “classico” della coalizione, perché anche Italia Viva sta per ufficializzare il proprio sostegno a Bucci, chiudendo il primo patto elettorale con il centrodestra in una grande città (finora l’unico precedente in un capoluogo è quello della piccola Rieti).
“La Lega non inserisce mai il nome del sindaco che sostiene, ma con tutto il lavoro che avete fatto in questi cinque anni, Salvini passa in secondo piano, perché vengono prima Genova e Marco Bucci”, ha detto il segretario del Carroccio inaugurando la campagna. Ricostruzione edulcorata che tenta di nascondere un dato banale: il “brand” di Bucci sul territorio è nettamente più forte di quello del Capitano e di ogni altro politico nazionale. Tant’è vero che tutti i partiti del centrodestra dedicano ampio spazio al suo nome nel contrassegno, producendo una scheda elettorale dall’effetto ipnotico. Accanto alla “Lega Bucci sindaco” correranno infatti “Forza Italia Berlusconi Bucci sindaco”, “Bucci – Udc” e “Giorgia Meloni per Bucci sindaco – Fratelli d’Italia” (qui però il nome della leader, in ascesa dei sondaggi, non è stato messo da parte). Ci sarà poi una lista in partnership con la giunta regionale (“Liguria al centro – Toti per Bucci sindaco”) e due civiche: “Vince Genova Bucci sindaco” e “Genova Domani Bucci sindaco”. Un effetto straniante amplificato dal fatto che, al contrario, nella coalizione rivale nessuno dei tre simboli presentati finora (Pd, Movimento 5 Stelle e Lista Sansa/Europa Verde/Linea Condivisa) include il nome del candidato.
Nella civica “Vince Genova” – che fece già il pieno di voti alla scorsa tornata – entreranno ancora tutti i fedelissimi di Bucci, compresi gli assessori Pietro Piciocchi (Bilancio) e Matteo Campora (Trasporti). E anche uno o più nomi di Italia Viva: la riserva verrà sciolta a giorni, ma nessuno ormai dubita che il partito di Matteo Renzi (così come Azione di Carlo Calenda) appoggerà la corsa del centrodestra. A confermarlo, di fatto, è stato lo stesso sindaco parlando all’evento di lancio della propria ricandidatura, giovedì all’hotel Bristol nel centro di Genova: “Mi auguro che Italia Viva venga con noi”, ha detto alle telecamere. “Sarei molto contento se potesse avvenire e sarei molto contento se avessimo i loro candidati nelle nostre liste civiche. Ovviamente andrebbe bene anche se ci fosse il simbolo di Italia Viva, non sono io che decido queste cose”. Il flirt, d’altra parte, dura da mesi: a suggellarlo è stato l’invito di Bucci sul palco dell’ultima Leopolda, dove l’ex premier lo ha presentato come un “bravissimo sindaco, di straordinaria qualità e professionalità”. E non importa che il profilo del candidato giallorosa – 55enne avvocato, già capo della comunità ebraica presidente della controllata Porto Antico spa – non sia certo quello di un estremista grillino: ogni alleanza con il M5S è vista come irricevibile dai piani alti di Iv, mentre l’intesa con il centrodestra a trazione leghista-meloniana è ormai sdoganata.
A livello locale i primi sponsor del cambio di rotta sono il capogruppo in Consiglio comunale Mauro Avvenente – che ormai vota sempre più spesso con la maggioranza e aspira a un posto da assessore nella giunta-bis – e l’ex senatore Udc Claudio Gustavino. Ma la gran parte di eletti e militanti non vede affatto di buon occhio la giravolta e la considera un’operazione imposta a freddo dai vertici nazionali (tra cui iln particolare la deputata spezzina Raffaella Paita, plenipotenziaria di Renzi in Liguria). Tanto che si parla di più di un dirigente locale pronto a lasciare per candidarsi con Dello Strologo contro le indicazioni di Roma. Anche all’interno del gruppo consiliare la posizione non è unanime: al contrario di Avvenente, il consigliere Pietro Salemi non è convinto del sostegno a Bucci, mentre Mariajosè Bruccoleri ha lasciato la delegazione per i continui ammiccamenti alla maggioranza. Lo stesso capogruppo – raggiunto dal fattoquotidiano.it – ammette che la comunità genovese di Iv è “spaccata a metà”: “Faremo una con sultazione degli iscritti, non so se ci sarà un voto ma ascolteremo il loro parere”, assicura. Mentre Paita, che ha in mano le trattative, fa sapere che nulla è ancora deciso. Ma un suo comunicato di qualche giorno fa – in cui ha commentato un evento elettorale del centrosinistra con l’ex segretario dem Pierluigi Bersani – non lascia spazio a interpretazioni: “Bersani parla di Matteo Renzi come di un nemico. Lo fa nel corso di una iniziativa a Genova a sostegno di Ariel Dello Strologo. Questo grumo di livore non serve a Genova. Genova merita di più”. A buon intenditor non serve altro.