Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera l’ex premier svedese Carl Bildt, alla guida del Paese dal 1991 al 1994 e leader del Partito Moderato dal 1986 al 1999. Lo stesso ha detto l'ex primo ministro finlandese Katainen nei giorni scorsi, in un'intervista allo stesso giornale. Entrambi hanno ribadito uno stesso punto: "La nostra neutralità si è conclusa nel 1995, con l'adesione all'Unione europea"
La richiesta di adesione di Svezia e Finlandia alla Nato “è un processo in corso in entrambi i Paesi. Non c’è ancora una decisione, ma tutto punta in quella direzione. Penso che per quanto ci riguarda il passo verrà fatto entro la fine di maggio“. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera l’ex premier svedese Carl Bildt, alla guida del Paese dal 1991 al 1994 e leader del Partito Moderato dal 1986 al 1999.
Secondo Bildt, “La Russia è sempre più imprevedibile. Putin ha dimostrato di voler usare il suo potere militare in modi che nessuno di noi si sarebbe aspettato”, spiega. Dopo qualche esitazione iniziale, Svezia e Finlandia “hanno deciso l’invio di materiale militare all’Ucraina”, perché “è in gioco la sicurezza di tutta l’Europa”. La scelta ora “è tra una incerta posizione mediana e il riconoscimento di una nuova realtà, il cui corollario non può essere che l’adesione alla Nato”. Anche perché “gli Stati Uniti hanno tracciato una linea netta tra Paesi coperti dalla difesa collettiva dell’articolo 5 e quelli che non lo sono”. Per l’adesione alla Nato, “il sostegno popolare attualmente è più forte in Finlandia che in Svezia, ma la situazione è in movimento e il numero dei favorevoli anche da noi è in costante crescita – sottolinea Bildt – Penso che da noi una decisione sull’adesione alla Nato verrà presa prima delle elezioni così da togliere il tema dalla campagna”. E sulla neutralità, considerata un cardine sia per la politica svedese sia per quella finlandese, ripete quanto è stato detto dall’ex primo ministro di Helsinki Jyrki Katainen: “Abbiamo rinunciato a essere neutrali nel 1995, scegliendo di far parte dell’Unione europea”
Stoccolma, prosegue, ha “rinunciato alla neutralità” insieme a Helsinki entrando nell’Unione Europea. E perché non bastano le protezioni dell’Ue – con le garanzie di sicurezza dell’articolo 47.7 del Trattato di Lisbona – per difendersi da Putin? “Perché se guardiamo alle realtà militari, i due Paesi rilevanti per la sicurezza di Svezia e Finlandia sono gli Stati Uniti e il Regno Unito”. E nessuno dei due è membro Ue.
Nessun Paese nordico “vuole diventare una lancia puntata contro la Russia”, ma fino a quando Putin “sarà al potere, la situazione rimarrà pericolosa. Nel lungo periodo speriamo in una relazione più stabile con Mosca, sul modello della Norvegia”. Bildt non è preoccupato dalla minaccia russa di schierare armi nucleari nel Baltico nel caso di una loro adesione alla Nato: “Le armi nucleari i russi le hanno già a Kaliningrad e nel Nord-Ovest del loro territorio. Ci conviviamo già. È una minaccia vuota”.