La municipalità di Shanghai ha riportato in un post sui social media i primi tre decessi dovuti al Covid-19 da quando l’ondata della variante Omicron ha colpito la megalopoli cinese. Si tratta di due donne di 89 e 91 anni e un uomo di 91 anni. Tutti avevano problemi di salute cronici come malattie coronariche, diabete e alta pressione sanguigna. “Dopo essere entrati in ospedale, le loro condizioni sono peggiorate e sono morti dopo tentativi senza successo di salvarli”, ha riferito Wu Ganyu, ispettore della Commissione sanitaria della città.
Sale dunque a 4.641 il numero ufficiale delle vittime cinesi per la pandemia che dura da quasi due anni e mezzo: il primo caso fu registrato alla fine del 2019 nella città di Wuhan. Oggi il Paese ha registrato 23.362 nuovi casi da Covid-19, quasi tutti asintomatici e residenti a Shanghai. Nella seconda città più popolosa al mondo, la maggior parte dei 25 milioni di cittadini è in confinamento a casa da tre settimane. Un rigido lockdown basato sulla strategia “zero covid“, che prevede il tracciamento e l’isolamento di tutte le persone positive, con o senza sintomi.
Obiettivo della Cina non è “convivere con il virus” – idea alla base del modello occidentale – ma al contrario arginarlo del tutto, rimanendo fedele all’approccio utilizzato fin dall’inizio. “Il lavoro di prevenzione e controllo non può essere allentato”, ha affermato Xi Jinping, sottolineando che “la tenacia è vittoria”. Ma le restrizioni e il lockdown, imposti dal 28 marzo, hanno generato malcontento nella popolazione di Shanghai, alle prese persino con la scarsità di cibo spesso consegnato a caro prezzo dai rider. Eppure, tra i “cavalieri intra-urbani” – sospettati di essere potenziali untori, oltre che speculatori – c’è anche chi ha guadagnato molto: il 9 aprile, un “pronto consegna” della compagnia di delivery Shunfeng (SF) ha accumulato 10.067,75 yuan (1.458 euro), più o meno corrispondente a una paga mensile.