Spunta in Rete la prima foto dell’incrociatore Moskva in fiamme, mentre i familiari dei dispersi fanno sentire la loro voce sui social russi. A tre giorni dall’affondamento – confermato da Mosca – della nave militare al largo di Odessa, compare sul web uno scatto che immortala l’incrociatore classe Slava andato a fuoco nel mar Nero. La fonte dell’immagine non è chiara e non è al momento stato possibile verificarne l’autenticità. Osservatori militari affermano però che la fotografia potrebbe essere vera. Sull’incrociatore affondato giovedì scorso nelle acque del Mar Nero sarebbero morti 40 marinai russi e molti altri sarebbero rimasti feriti, secondo il racconto della madre di un membro d’equipaggio sopravvissuto.
E proprio i parenti di alcuni membri dell’equipaggio hanno scritto sul principale social media russo VKontakte che i loro familiari che si trovavano sulla nave sono scomparsi. Lo riporta il sito di informazioni Meduza, ripreso dall’Ukrainska Pravda. Tra gli altri, Dmytro Shkrebets ha affermato che suo figlio Yegor prestava servizio sull’incrociatore e dopo l’affondamento è stato incluso negli elenchi dei “dispersi”. “Mio figlio, soldato di leva, come mi è stato detto dai comandanti diretti dell’incrociatore Moskva, non è tra i morti e i feriti ed è indicato come disperso: scomparso in mare aperto?”, ha scritto Skrebets. “Dopo i miei tentativi di chiarire i dettagli dell’incidente, il comandante dell’incrociatore e il suo vice hanno smesso di comunicare con me. Ho chiesto direttamente perché voi ufficiali siete vivi e mio figlio, appena arruolato, è morto?”.
Il padre del giovane marinaio ha aggiunto che il figlio è stato chiamato al servizio militare il 2 luglio 2021 e sull’incrociatore ha servito come cuoco di bordo. L’uomo ha chiesto agli utenti del social di diffondere il suo messaggio, “affinché questa terribile tragedia non venga coperta”, e ha detto che intende dedicare la sua vita affinché “la verità prevalga in questa storia”. Allo stesso tempo, sulla sua pagina sul social network, ha pubblicato incoraggiamenti per l’esercito russo e l’affermazione che “l’Ucraina non dovrebbe esistere”. Shkrebets anche pubblicato le foto del figlio e dei suoi compagni, scattate, secondo lui, quattro giorni prima della scomparsa. Il post originale è stato rimosso, ma in seguito l’uomo ha ripubblicato il testo con il commento “verrà rimosso presto”.
Il governatore della regione di Odessa, il colonnello Maksym Marchenko, aveva riferito che l’incrociatore missilistico della flotta russa era stato colpito dai missili ucraini Neptune mentre si trovava nelle acque territoriali ucraine davanti all’Isola dei Serpenti. Il ministero della Difesa russo, invece, ha sempre parlato di un incendio che ha causato l’esplosione delle munizioni a bordo. Se l’attacco missilistico fosse confermato, per Kiev sarebbe un enorme successo soprattutto simbolico. Il Neptune è un’arma di fabbricazione ucraina, sviluppato sulla base del missile cruise sovietico Kh-35, adottata dalle forze ucraine solo lo scorso anno. Secondo il Center for International Maritime Security, sarebbe il suo primo utilizzo noto dall’inizio del conflitto. Infine, a completare il valore simbolico della vicenda, va ricordato che l’incrociatore Moskva era una delle navi che, nei primi giorni del conflitto, avevano circondato e minacciato di bombardare la piccola isola dei Serpenti, da dove un piccolo manipolo di militari ucraini, alla richiesta russa di arrendersi, risposero mandandoli a quel paese.