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Guerra Russia-Ucraina, prezzi di gas e mais ai massimi da oltre 10 anni anche negli Stati Uniti

Il divario rispetto alle quotazioni europee del gas naturale si sta riducendo velocemente fra calo delle scorte e promessa di maggiori esportazioni verso l’Europa per ridurre la sua dipendenza dalla Russia. A questo si aggiunge che la domanda interna di gas si mantiene elevata a causa delle basse temperature che costringono a un uso prolungato del riscaldamento

Mais e gas naturale in volata negli Stati Uniti, dove salgono ai massimi da oltre 10 anni, con la guerra in Ucraina. Le quotazioni del gas naturale sono schizzate ai massimi da 13 anni, correndo sopra gli 8 dollari per milione di Btu (British termal unit) per la prima volta dal 2008, quando la forte stagione degli uragani minacciò le piattaforma offshore del Golfo del Messico. Il rally di quest’anno è legato invece alla guerra che ha esacerbato le tensioni già innescate dalla pandemia.

Anche se il prezzo del gas naturale negli Usa resta ben al di sotto di quello europeo, il divario si sta riducendo velocemente fra il calo delle scorte e le esportazioni verso l’Europa per ridurre la sua dipendenza dalla Russia. A questo si aggiunge che la domanda interna di gas si mantiene particolarmente elevata a causa delle basse temperature che costringono a un uso prolungato del riscaldamento.

Alla borsa merci di Chicago il prezzo del mais scambia a 8,0075 dollari al bushel (staio) superando la soglia degli 8 dollari che non toccava dal 2012 quando aveva raggiunto il massimo storico di 8,49 dollari. A pesare sono i timori su una possibile scarsità del prodotto a causa dell’invasione dell’Ucraina e dalle sanzioni alla Russia, forti paesi esportatori. Nonostante l’aumento della domanda di mais americano, anche da parte della Cina, il rialzo dei prezzi dei fertilizzanti sta spingendo gli agricoltori statunitensi a sostituire il mais con la soia che ne richiede una minore quantità.