Cultura

La Biennale d’Arte di Venezia torna dopo tre anni: per la prima volta la curerà una donna italiana. Tutto quello che c’è da sapere

Su 213 presenze provenienti da 58 paesi, 191 sono artiste e 22 artisti: numeri imponenti per una voglia di riacquisire quella normalità e quell’ottimismo che in apparenza sembrano ancora sfuggire

di Marco Ferri

Il prossimo 23 aprile si alza il sipario sulla 59a Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia che proseguirà per circa sette mesi. La prima dopo la pandemia. L’esposizione si celebra in un anno pari a causa dello spostamento della Biennale dell’architettura che è stata spostata dal 2020 al 2021 e che ha quindi finito col creare l’effetto domino. E sarà anche la prima edizione curata da una donna italiana: Cecilia Alemani.

Forte delle sue esperienze newyorkesi e della direzione del Padiglione Italia alla Biennale del 2017, la curatrice milanese ha subito dato un’impronta fortemente di genere alla “sua” Biennale: su 213 presenze provenienti da 58 paesi (26 sono italiani), 191 sono artiste e 22 artisti; per 180 si tratta della prima volta in Laguna dove saranno ospitate oltre 1400 tra opere e istallazioni. Inoltre la Mostra sarà affiancata da 80 partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni, ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. In questo caso sono 5 i Paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman e Uganda; ci sono poi la Repubblica del Kazakhstan, la Repubblica del Kyrgyzstan e la Repubblica dell’Uzbekistan che per la prima volta sono a Venezia con un proprio Padiglione.

Numeri imponenti per una voglia di riacquisire quella normalità e quell’ottimismo che in apparenza sembrano ancora sfuggire, complice la guerra in Ucraina. In tal senso, prima ancora che sia inaugurata, i responsabili della Biennale hanno già comunicato che faranno ogni sforzo per poter garantire la presenza in Laguna del Paese invaso dalla Russia; di contro, all’indomani dell’aggressione, lo staff russo che doveva partecipare alla Biennale ha rassegnato le dimissioni e quindi, di fatto, la Russia non sarà presente alla manifestazione veneziana.

Curato da Eugenio Viola, il Padiglione Italia sarà costituito da una sola opera di Gian Maria Tosatti che occuperà l’intero spazio delle Tese delle Vergini, nell’Arsenale; altri artisti italiani saranno impegnati nei padiglioni esteri e tra questi vi sarà anche il biellese Lorenzo Puglisi, che nel padiglione di un paese musulmano proporrà uno dei simboli cardine del cristianesimo. Sarà infatti nello spazio appannaggio della Siria che l’artista mostrerà l’installazione dal titolo “Viaggio al termine della Notte”, una crocifissione su tavola di metallo di quasi 2 metri “imprigionata” in una gabbia di ferro, da cui emergono, dipinti di un bianco lucente appena macchiato di rosso, solo la testa, le mani e i piedi di Cristo, simbolo di forza vitale. Due anni fa una Crocifissione di Puglisi aveva “dialogato” per un mese col Crocifisso ligneo di Michelangelo nella Basilica di Santo Spirito, suscitando ammirazione e discussione.

C’è poi il Padiglione Venezia, voluto dal Sindaco Brugnaro, che come tre anni fa sarà più un’esperienza sensuale che solo visiva, a cominciare dal titolo: “Alloro”. Simbolo per eccellenza della metamorfosi, la pianta profumata viene celebrata dal duo di artiste Goldschmied & Chiari, che ha creato una sorta di tempio celebrativo della femminilità. Qui vi sono due sale costruite come un gioco di luci e ombre; c’è poi il centro del percorso, introdotto da “Best Wishes” di Ottorino De Lucchi, che propone l’istallazione “Lympha”, il mito di Dafne e Apollo reso in chiave moderna dall’artista Paolo Fantin con il gruppo Ophicina e accompagnato dalla musica, intitolata “Gocce di Alloro”, del maestro Pino Donaggio.

Molto ricco anche il carnet degli eventi artistici collaterali (31 in tutto), così come il programma delle mostre che si svolgeranno a Venezia nel periodo della Biennale. Tanto per citarne alcune, già dallo scorso 26 marzo a Palazzo Grassi, l’artista tedesco Anselm Kiefer propone l’installazione site-specific dal titolo “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce (Andrea Emo)”, un ciclo di dipinti che si mostra nella Sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale, luogo in cui furono eletti i Dogi di Venezia, riccamente decorato con scene del periodo di massimo splendore della città.

Alle Gallerie dell’Accademia, dal 20 aprile fino al 9 ottobre 2022, è visibile la mostra dell’artista indiano Anish Kapoor. Spalmata su due sedi, l’esposizione riunirà opere antiche e più recenti dello scultore, inclusa la tanto attesa prima del suo lavoro utilizzando il “nero più nero del mondo”. Ulteriori informazioni, comprese anche le utilities, sulla 59a Biennale d’arte di Venezia, che proseguirà fino al prossimo autunno inoltrato, sono rintracciabili all’indirizzo web www.labiennale.org/it/arte/2022.

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