Dopo tre settimane di chiusura, Tesla ha riavviato i motori del suo stabilimento a Shanghai. A causa del lockdown nella megalopoli cinese, l’azienda statunitense aveva interrotto la produzione il 28 marzo. Una chiusura forzata che ha causato la perdita di quasi 40mila vetture. Per recuperare il ritardo accumulato e rispettare le regole anti covid, il produttore di veicoli elettrici ha accettato la soluzione offerta dalle autorità locali: i dipendenti dormiranno all’interno della struttura fino al primo maggio.
Stando a un promemoria inviato ai lavoratori che Bloomberg ha potuto visionare, a ciascuno di loro è stato assegnato un sacco a pelo e un materasso, ma, in assenza di dormitori, le persone dovranno dormire sul pavimento in un’area designata. Nello stabilimento sono presenti anche aree per la doccia, l’intrattenimento e la ristorazione. Nel corso delle prime 72 ore, i lavoratori dovranno sottoporsi a un test rapido al giorno. Il controllo della temperatura verrà effettuato due volte al giorno, mentre il lavaggio delle mani quattro volte nell’arco di 24 ore (due volte la mattina e due volte il pomeriggio). Il personale mangerà tre pasti e riceverà un assegno di circa 400 yuan al giorno (63 dollari), ma l’importo effettivo cambia a seconda della posizione occupata dal soggetto.
Due i requisiti da rispettare per chi rientra nella fabbrica ‘a circolo chiuso’: abitare in una zona residenziale con un basso tasso di contagi e aver ricevuto due dosi di vaccino. Secondo fonti interne, i turni di lavoro dureranno 12 ore, per sei giorni di fila con un giorno di riposo. Tesla non è l’unica azienda ad aver preso questa strada. I funzionari di Shanghai hanno incoraggiato le aziende a ripartire dando la possibilità a chi lavora di dormire in loco. Finora, sono più di 600 le realtà industriali che hanno scelto questo compromesso. Tra queste, Quanta Computer Inc., che produce computer per Apple.