Ha suonato con le più grandi orchestre, dai Berliner Philharmoniker ai Wiener Philharmoniker, dalla London Symphony Orchestra all’Orchestra del Teatro alla Scala, ed è stato diretto, tra gli altri maestri, da Riccardo Muti, Carlo Maria Giulini, Zubin Mehta, Leonard Bernstein e Daniel Barenboim
È morto a 76 anni, dopo una lunga malattia, il maestro Radu Lupu, pianista trai più apprezzati al mondo, superbo interprete di un repertorio incentrato sui grandi autori classici e romantici. Originario della Romania, si è spento nella serata di domenica 17 aprile nella sua casa di Losanna in Svizzera: la sua scomparsa è stata annunciata dal George Enescu International Festival and Competition di Bucarest. Caratterizzate da una variegata gamma di sfumature espressive, gradazioni dinamiche e sorprendenti impasti sonori, le interpretazioni di Lupu si distinguono per l’originalità e la profondità della sua personale rilettura di alcuni capolavori su cui si è già sedimentata una lunga tradizione interpretativa. Ha suonato con le più grandi orchestre, dai Berliner Philharmoniker ai Wiener Philharmoniker, dalla London Symphony Orchestra all’Orchestra del Teatro alla Scala, ed è stato diretto, tra gli altri maestri, da Riccardo Muti, Carlo Maria Giulini, Zubin Mehta, Leonard Bernstein e Daniel Barenboim.
Nato a Galai il 30 novembre 1945, dopo aver studiato in Romania con Florica Muzicescu e Cella Delavrancea, dal 1961 al 1968 Lupu si è perfezionato al Conservatorio di Mosca con Heinich G. Neuhaus. Vincitore di concorsi internazionali quali il Van Cliburn (1966), il George Enescu (1967) e il Leeds International Piano competition (1969), Lupu si è imposto, a partire dai primi anni Settanta, come uno dei pianisti più significativi della sua generazione. L’incisione del Terzo concerto per pianoforte di Beethoven con la Israel Philarmonic orchestra diretta da Zubin Mehta gli è valsa nel 1972 il Premio Charles Cros. Dopo essersi esibito negli Stati Uniti, Lupu ha debuttato nel 1978 al Festival di Salisburgo con i Berliner Philharmoniker diretti da Herbert von Karajan, suonando in seguito più volte con i Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti. Per il Teatro alla Scala di Milano nel 1992 ha eseguito il Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 di Beethoven diretto da Muti e nel 1995 il Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 di Mozart.
Il repertorio di Lupu è incentrato sui grandi autori classici e romantici, da Mozart a Brahms, ampliato poi ad alcuni autori russi e del Novecento Particolarmente congeniale al pianismo di Lupu è l’opera di Brahms, Schumann e, soprattutto, Schubert. Pur presentandosi in pubblico preferibilmente come solista, ha dedicato attenzione anche alla musica da camera: con Szymon Goldberg ha inciso l’integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Mozart; con Barbara Hendricks ha affrontato il repertorio liederistico e con Murray Perahia quello per duo pianistico. Tra i riconoscimenti ricevuti, si ricordano anche il premio Abbiati (1989) e il premio internazionale Arturo Benedetti Michelangeli (2006).