Diritti

“I 27 cacciati dal treno a Genova meritano rispetto in quanto passeggeri che avevano pagato un servizio e non solo perché disabili”

La presidente dell’Associazione Genitori e Persone con sindrome di Down (AGPD) Martina Fuga a ilfattoquotidiano.it: "Sto vedendo che c’è molta attenzione mediatica perché ci stanno davvero a cuore i diritti delle persone, il rispetto, il senso civico o era una notizia da cavalcare perché riguardava dei 'disabili'?"

“Prima di tutto stiamo parlando di persone, meritavano rispetto in quanto passeggeri che avevano prenotato e pagato un servizio come tutti”. A dirlo a Ilfattoquotidiano.it è Martina Fuga, la presidente dell’Associazione Genitori e Persone con sindrome di Down (AGPD). Il commento di Fuga è in merito alla triste vicenda che è accaduta nel giorno di Pasquetta e che ha coinvolto un gruppo di 27 passeggeri con disabilità e alcuni loro accompagnatori. Tutti loro avevano regolarmente prenotato e pagato biglietti per il treno regionale Genova-Milano, ma che non hanno potuto prendere perché un altro gruppo di turisti si sono appropriati indebitamente dei loro posti a sedere. Molti dei 27 passeggeri con disabilità fanno parte dell’Associazione Genitori e Persone con sindrome di Down di Milano. Contattata da ilfattoquotidiano.it la presidente di AGPD ci tiene a precisare alcuni aspetti pur non essendo stata presente: “I 27 passeggeri che avevano prenotato il treno in questione erano in primis persone, non “disabili”, passeggeri provvisti di titolo di viaggio e prenotazione. Sto vedendo che c’è molta attenzione mediatica perché ci stanno davvero a cuore i diritti delle persone, il rispetto, il senso civico o era una notizia da cavalcare perché riguardava dei “disabili”? Non posso fare a meno di chiedermelo”, commenta Fuga.

A nulla è valso l’intervento del personale del gruppo ferroviario e della Polfer che non sono stati in grado di far alzare i turisti che avevano ingiustamente occupato i sedili destinati ai giovani con disabilità. Trenitalia si è difesa spiegando che “dopo circa venti minuti, nell’impossibilità di persuadere i clienti e permettere alla comitiva di viaggiare seduta e in maniera confortevole, com’era previsto”, ha individuato “una soluzione alternativa, utilizzando un pullman sostitutivo” e fornendo un kit di assistenza per mangiare e bere. Inoltre per tutti, com’è ovvio, ci sarà il rimborso integrale del biglietto. “Del pullman predisposto da Trenitalia dovevano fruire i passeggeri che occupavano impropriamente il posto di altri”, sottolinea però Fuga, “nella narrazione che se ne fa sui giornali, colgo un punto di vista distorto. Il fatto che i turisti in questione fossero persone con sindrome di Down, a mio avviso, non cambia nulla, non è un rispetto “speciale” quello che dobbiamo a questi giovani adulti, è il rispetto delle regole e del vivere civile”.

A poche ore dalla vicenda l’associazione per la tutela dei consumatori Assoutenti ha comunicato che presenterà un esposto alle procure della Repubblica di Genova e di Milano con l’ipotesi di violenza privata. “Le persone con disabilità vanno certamente tutelate e sostenute – afferma la numero uno di AGPD – e non nego che il fatto di essere persone disabili possa essere considerata “aggravante” in un procedimento giudiziario, ma i diritti sono diritti e valgono per tutti”. Poi Fuga sottolinea che “non ci dovrebbero essere pulmini speciali per persone speciali. La soluzione di Trenitalia è una sconfitta per tutti. Quella comitiva – conclude Fuga – poteva essere una classe, un gruppo di anziani, un gruppo di amici in vacanza e avevano gli stessi diritti degli adulti con sindrome di Down che erano su quel treno ieri, e avrebbero meritato la stessa indignazione e solidarietà”.

Ad intervenire oggi su quanto di grave è accaduto a Pasquetta c’è anche la presidente di CoorDown, un coordinamento di 53 associazioni, Antonella Falugiani: “I diritti sono diritti e devono essere garantiti per tutti, senza distinzioni e discriminazioni”. Pensieri che si pongono sulla stessa linea d’onda di quanto espresso da Fuga, senza pietismo ma con determinazione per far valere pari diritti per tutti. “Non si tratta di assicurare un trattamento “speciale” alle persone con sindrome di Down”, afferma la presidente di CoorDown. “Il fatto vergognoso è che non si sia riuscito a far rispettare un diritto. Il viaggiatore, qualunque sia, che prenota un servizio dedicato deve essere tutelato dalle Ferrovie dello Stato, e che non abbiano saputo gestire la questione è gravissimo. Non c’è bisogno di solidarizzare verso una categoria “da proteggere”, quello che come CoorDown chiediamo è la tutela dei diritti di ogni persona, in ogni ambito”.