Lo scorso febbraio l’Italia ha pagato alla Russia due miliardi di euro per le importazioni di petrolio e gas. In generale, a causa dei rincari di tutti i combustibili in un anno è triplicato il deficit energetico nella bilancia commerciale italiana. L’Istat stima un passivo di 7,2 miliardi a febbraio 2022, rispetto ai 2,2 miliardi dello stesso mese del 2021. Complessivamente l’Italia passa così, in dodici mesi, da un avanzo commerciale complessivo di 4,7 miliardi a un disavanzo di 1,6 miliardi. Come spiega l’Istat “Gli acquisti di gas naturale contribuiscono per 10 punti percentuali al forte incremento tendenziale delle importazioni italiane”, che segnano +44,9%. L’invasione dell’Ucraina è iniziata il 24 dello stesso mese, il dato incorpora quindi solo minimamente l’impatto del conflitto e il balzo delle quotazioni di materie prime.
Peraltro i contratti di fornitura non sono immediatamente collegati alle oscillazioni dei prezzi sul mercato. Il gas russo è economico, 10-20 euro per megawatt/ora, circa un quinto delle quotazioni attuali sul mercato di Amsterdam, il riferimento per gli scambi europei. Ogni giorno importiamo circa 80 milioni di metri cubi di gas russo per un totale di circa 30 miliardi di metri cui all’anno. Va detto che nelle ultime settimane i flussi dal Tarvisio, dove il gas russo entra in Italia, si sono sensibilmente assottigliati, dimezzati e in alcuni giorni quasi azzerati in altri. Compensati soprattutto dall’arrivo di navi che trasportano gas liquido approdate ai rigassificatore di Livorno, Cavarzere, Panigaglia. Questo gas costa sensibilmente di più, quello che arriva dagli Usa almeno il 50% in più. E’ quindi probabile, al metto delle componenti metereologiche, che la nostra spese energetiche siano salite sensibilmente in marzo e, soprattutto, saliranno ad aprile. I dati giunti oggi dalla Germania sui prezzi alla produzione di marzo non promettono nulla di buono, il gas ha segnato un rialzo del 145% rispetto all’anno prima, la voce energia registra nel complesso un + 45%.
Confortano i dati sull’export italiano complessivo che in febbraio è risultato più alto di un anno prima del 22,7% con un incremento rispetto al mese precedente dell’1,6%. Su base annua sono salite sia le vendite sia verso l’area Ue (+24%) sia verso i mercati extra Ue (+21,1%). Coldiretti segnala come il mese abbia segnato un record storico per l’export alimentare con un incremento del 21,6% a 52 miliardi di euro.