Il mercato dell’auto continentale continua nel suo inesorabile declino, stretto nella morsa della guerra Russia-Ucraina, della crisi degli approvvigionamenti e dell’inflazione. Senza dimenticare gli strascichi dell’emergenza sanitaria.

Dopo le battute d’arresto degli ultimi mesi, anche a marzo le immatricolazioni nell’Unione Europea (più i paesi EFTA e il Regno Unito) sono calate, fermandosi a quota 1.127.077. Ovvero il 18,8% in meno rispetto allo stesso mese del 2021 e addirittura del 36,4% rispetto a marzo 2019.

L’ennesima performance negativa, dunque, che limita le vetture vendute nel vecchio continente nel primo trimestre dell’anno a 2.753.256 , ovvero il 10,6% in meno rispetto al 2021. Risultato che se proiettato sull’intero anno, come fa notare il Centro Studi Promotor, prefigurerebbe un “volume di 10.389.645 immatricolazioni con un calo di quasi di 5,5 milioni di auto rispetto al 2019″, che fa sfiorare “il livello del 1993, nel pieno di una gravissima crisi economica“.

Altro dato di fatto è che la crisi non conosce confini, avendo colpito tutti i paesi più importanti. Tra questi, il calo peggiore del primo trimestre 2022 si è registrato in Spagna(-48,1%), a cui hanno fatto seguito Regno Unito (-40,4%), Italia (-37,1%), Francia (-34%) e Germania (-28,9%).

In controtendenza rispetto all’andamento delle vendite pare essere la mobilità alternativa, che tenta piano piano di ritagliarsi spazio sui vari mercati. In particolare nei primi tre mesi dell’anno in Germania c’è stato un incremento del 29% nelle immatricolazioni di auto elettriche mentre nel nel Regno Unito è stata addirittura del 78,7%, sebbene in Italia si sia registrato calo del 14,9% “dovuto in larga misura agli incentivi promessi, ma ancora sulla carta”, come ha fatto notare il responsabile del CSP Gian Primo Quagliano.

Per quanto riguarda i costruttori il primo posto del podio a marzo lo ha conquistato Volkswagen, nonostante una battuta d’arresto del 25%, seguita dal gruppo Stellantis (-30,3%) e dai coreani di Hyundai-Kia, che a differenza dgli altri sono cresciuti del 9,8%.

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