Olimpiadi 2026, la Fondazione Milano-Cortina ha approvato il bilancio 2021: un passivo di 21,2 milioni di euro, con soddisfazione dei vertici perché nel 2020 le perdite erano stimate oltre i 40 milioni. Il cda della Fondazione, varando il nuovo business plan e il budget 2022, ha confermato l’obiettivo del pareggio economico-finanziario nell’arco di vita della Fondazione, con costi e ricavi stimati attorno a 1,58 miliardi di euro, 200 milioni in più rispetto al previsto. Le entrate per circa un terzo arriveranno dal Comitato olimpico (oltre alla messa a disposizione di servizi), un altro terzo dagli sponsor ed il rimanente dalla vendita dei biglietti per gli eventi e da lotterie e merchandising, dalla voce “ospitalità” (pacchetti turistici promossi a livello internazionale) ed altri possibili incassi.

La Fondazione continua a sostenere che quelle del 2026 saranno le prime Olimpiadi a costo zero per i contribuenti. Però a Cortina sarà necessario rifare la pista da bob al costo attuale di circa 80 milioni, mentre in Trentino, a Baselga di Piné, dovrà essere ammodernato e chiuso l’ovale per il pattinaggio di velocità, per il quale sono ancora aperte le decisioni sul progetto e quindi sui costi. Queste ultime due voci saranno probabilmente tutte a carico del pubblico, pronte a ripianare eventuali buchi di bilancio. Altri impianti, come l’Arena Santa Giulia a Milano, erano già in progetto prima dell’assegnazione dell’evento olimpico e seguono percorsi diversi.

Infine c’è la questione delle infrastrutture di collegamento: il governo ha già stanziato a novembre 2020 un miliardo di euro per le opere stradali e ferroviarie necessarie a migliorare l’accessibilità, i collegamenti e la dotazione infrastrutturale dei territori della Regione Lombardia, della Regione Veneto, delle Province Autonome di Trento e di Bolzano interessate dall’evento sportivo. Nel complesso 473 milioni di euro per quelle nella Regione Lombardia, 325 milioni nella Regione Veneto, 82 milioni nella Provincia Autonoma di Bolzano e 120 milioni in quella di Trento.

Al di là dei costi, le associazioni ambientaliste sono preoccupate per il possibile impatto ambientale di tutte le opere previste per l’evento olimpico del 2026. Già un anno fa, in una lettera inviata ai ministeri competenti, era stata inoltrata la richiesta di “valutare per tempo la rilevante ricaduta sui territori degli effetti del complesso delle opere previste” attraverso l’avvio di una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) a livello nazionale e alla relativa contestuale Valutazione di Incidenza (VincA). A quella lettera, che chiedeva coerenza e trasparenza nelle informazioni sulle opere con un fattivo coinvolgimento delle Associazioni di protezione ambientale, non è stata data alcuna risposta; non avendo potuto avere accesso ai progetti relativi alle opere previste per i Giochi, nulla si conosce per quanto riguarda l’attivazione delle procedure di VAS nazionale sulle opere essenziali, connesse e di contesto in corso o in preparazione.

Se il silenzio è spesso una risposta eloquente, lo è ancor più il fatto che lo scorso 23 febbraio sia stato nominato un Commissario straordinario per ben otto importanti interventi (tra cui il prolungamento ovest della tangenziale di Sondrio e le varianti della statale di Alemagna a Cortina e a Longarone). Come riportato un recente comunicato congiunto delle associazioni ambientali, “La percezione è che, ad oggi, si punti al commissariamento straordinario degli interventi per recuperare l’evidente ritardo sulla tabella di marcia dei lavori, tutto ciò a scapito degli impatti ambientali che le opere in corso e in progetto avranno sui territori”.

La Fondazione Milano-Cortina, ente di diritto privato, si occupa “solo” dell’attività di organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi e culturali legati alle olimpiadi, mentre la realizzazione delle opere connesse è appannaggio della Società Infrastrutture Milano Cortina (SIMICO S.p.A.) costituitasi il 22 novembre 2021, società pubblica partecipata dai Ministeri dell’Economia (MEF) e delle Infrastrutture (MIMS) insieme alle Regioni coinvolte; tuttavia la SIMICO deve operare, come stabilisce la legge olimpica (legge 8 maggio 2020, art. 3), “in coerenza con il Comitato Organizzatore”, cioè quella stessa Fondazione per cui “La sfida è aprire la strada al nuovo Rinascimento Italiano”. Uno slogan che ne richiama altri già sentiti in passato che hanno portato a risultati preoccupanti. Dobbiamo stare sereni?

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