A quasi sei mesi, di governo della città e di silenzio sul tema, il sindaco Roberto Gualtieri ha sciolto le riserve e ha annunciato la realizzazione di un termovalorizzatore a Roma per trattare i rifiutii ndifferenziati. Un inceneritore, in altre parole, sul modello di quello di Copenaghen, portato ad esempio durante la campagna elettorale da diversi candidati sindaco rivali perché “sul tetto la gente va a sciare” e da costruire entro il Giubileo del 2025 o al più tardi entro il 2026, anno di termine della consiliatura.
Nel corso della seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina di oggi (mercoledì, ndr), Gualtieri ha rotto il tabù e ha spiegato che per portare fuori dall’emergenza la Capitale, che produce oltre 1.200 tonnellate di scarti indifferenziati al giorno, non si può fare a meno di costruire un termovalorizzatore da 600mila tonnellate annue e che permetterà di “chiudere il Tmb di Rocca Cencia” e “abbattere del 90 per cento il fabbisogno di discariche”. L’alternativa, anche con la differenziata al 65 per cento, sarebbe una discarica “fortemente impattante” e invece il sindaco ne promette “solo una, piccola e di servizio, da 60 mila tonnellate” e assicura che grazie agli introiti del termovalorizzatore si potrà “ridurre del 20 per cento la Tari e aumentare le risorse per la pulizia della città”.
Questo il cuore del lungo discorso del primo cittadino che oggi, in Aula Giulio Cesare, ha suscitato le proteste di alcuni esponenti dei comitati cittadini ma anche di una parte della sua maggioranza e del principale sindacato italiano. L’appello più duro è arrivato proprio dal segretario romano della Cgil, Michele Azzola, che ha parlato di “scelte sbagliate che guardano al passato. Dopo sei mesi di silenzio dobbiamo registrare con disappunto come le linee di indirizzo presentate oggi non risolvano nessuno dei problemi che vive la Capitale nella gestione dei rifiuti”. Ma non sono stati morbidi i consiglieri di maggioranza dei gruppi Europa verde e Sinistra civica ecologista. “Non possiamo pensare che alcune scelte tecniche o tecnologiche siano applicabili tout court alla nostra città. Questi impianti chiamiamoli come vanno chiamati: inceneritori“, ha detto Ferdinando Bonessio di Ev. “L’inceneritore è una scelta che non guarda al futuro”, per i consiglieri di Sce, Alessandro Luparelli e Michela Cicculli.
Con il suo sì alla termovalorizzazione, Gualtieri però è riuscito pure a raccogliere consensi non soltanto della sua parte politica, il Partito democratico – con in testa il segretario Enrico Letta e del governatore del Lazio Nicola Zingaretti – ma anche di storici oppositori come Carlo Calenda, Matteo Salvini e Matteo Renzi. In un battibaleno sono arrivati i tweet entusiastici dei due, seguiti dai commenti positivi degli esponenti locali di Italia viva. “Finalmente. Ottima decisione”, ha scritto il leader di Azione. “Meglio tardi che mai”, il commento del segretario della Lega. “Il termovalorizzatore è la svolta indispensabile che serve alla città”, hanno detto i consiglieri di Iv, Valerio Casini e Francesca Leoncini.
Le voci a favore, tra cui anche quella della Fit Cisl, comunque non hanno placato i malumori, tanto che già ribolle il prossimo scontro attorno alla localizzazione, sia del termovalorizzatore sia della discarica di servizio. Secondo i rumors che circolano tra i consiglieri a Palazzo Senatorio entrambi gli impianti potrebbero sorgere a poca distanza in un’area a Santa Palomba nei confini del Municipio IX, a ridosso di Comuni metropolitani come Pomezia e Ardea: si tratta della stessa zona che finora ha ospitato la discarica di Albano Laziale. E dal territorio già annunciano barricate. “Alle indiscrezioni che circolano in merito alle intenzioni del sindaco di Roma Gualtieri che vorrebbe risolvere il problema rifiuti della capitale riversandoli sui cittadini di Pomezia rispondo con una sola parola: mai, non lo permetteremo”, ha affermato il sindaco, Adriano Zuccalà, esponente del M5s.
La presidente dem del Municipio Roma IX, Titti Di Salvo, si è limitata a sottolineare: “Non sono stata informata” ma “mi fido della correttezza dell’amministrazione capitolina che prima di decidere coinvolgerà sicuramente il Municipio”. Il sindaco comunque promette di andar dritto sulle scelte e di superare anche il vincolo che blocca la progettazione del termovalorizzatore: questo genere di impianti non è previsto nel piano regionale. E sul silenzio tenuto fino a oggi, in un punto con la stampa, ha precisato che “ci voleva un lavoro serio, intenso e approfondito che solo con gli strumenti di governo e di amministrazione si poteva condurre” per avviare il nuovo corso del ciclo dei rifiuti di Roma, che è appena iniziato e già promette una nuova saga capitolina.