Si fanno i conti con la guerra a Washington dove si svolgono gli incontri primaverili del Fondo monetario internazionale. Il problema per l’impatto della guerra sulla crescita globale è che le prospettive di ripresa post-pandemica “stanno rallentando”, ma “la preoccupazione più grande” sono le tensioni sociali che rischiano di creare “un clima più difficile perché le autorità possano prendere le decisioni giuste” ha detto la direttrice generale del Fmi, Kristalina Georgieva. Le prospettive di crescita al ribasso ed elevata inflazione, unite al rialzo dei tassi sul dollaro che rischia di innescare una fuga di capitali dai Paesi emergenti, è “un problema che non se ne andrà e sta peggiorando”, ha spiegato l’economista bulgara aggiungendo che “per i Paesi vulnerabili è necessario che il resto del mondo dia gli aiuti necessari, se non lo facciamo ci sarà uno shock che non saranno in grado di sostenere”.
L’attacco della Russia all’Ucraina “rattrista particolarmente” non solo a causa della “distruzione e devastazione”, ma anche perché “danneggia il mondo, ora in misura predominante l’Europa ma gli effetti andranno oltre l’Europa“, ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde. “Rattrista particolarmente il fatto che la ripresa in cui ci stavamo avviando sta andando in stallo, in una certa misura, a causa di ciò che sta accadendo” in Ucraina, ha affermato Lagarde. Sulle scelte monetarie della Bce e sulla possibilità di alzare i tassi a luglio la presidente ha detto “Non ha senso fissarsi su un giorno o una tempistica, aspettiamo finché non avremo i dati”. Lagarde ha detto che quella che stiamo vivendo è un’ “inflazione da offerta e va affrontata in maniera graduale”: con i nuovi dati macroeconomici nella riunione di giugno “determineremo quando nel terzo trimestre porre fine agli acquisti netti e se e quando servirà un aumento dei tassi”.
Viceversa il numero uno della banca centrale americana Jerome Powell afferma che un rialzo dei tassi Usa di 50 punti base è “sul tavolo” nel meeting di maggio della Federal Reserve. La Fed aveva “l’aspettativa che l’inflazione scendesse più o meno in questo momento, e questa aspettative è stata delusa dunque ora vogliamo vedere effettivamente dei progressi” ha spiegato il presidente della Fed aggiungendo che “intendiamo arrivare più velocemente a livelli dei tassi neutrali“. Con lo shock della guerra in Ucraina e le sue ramificazioni sugli assetti politici e commerciali globali, “l’economia mondiale probabilmente non tornerà ad essere quella di prima della pandemia” ha continuato Powell. “La serie di eventi legati all’Ucraina può portare a una situazione politica ed economica più frammentata“, ha detto Powell durante un dibattito durante le riunioni del Fmi a Washington. “Ci sarà certamente un mondo diverso, con inflazione più alta, produttività più bassa, ma anche catene del valore più robuste e resilienti”, ha spiegato con un probabile riferimento alle ripercussioni commerciali e ai rapporti dell’occidente con la Russia e la Cina.
Presente al vertice anche il ministro dell’Economia Daniele Franco che ha detto “Tutti i membri del G7 e dell’Ue, anche noi, hanno condannato fortemente” la guerra in Ucraina nel corso degli incontri del Fondo Monetario Internazionale e dei vari forum. Nelle riunione del Fmi “abbiamo trattato temi che ora sono della massima urgenza, dalle implicazione economiche della guerra all’inflazione. Questo avrebbe dovuto essere un periodo di ripresa dopo la pandemia ma ha preso una piega diversa per l’andamento dei prezzi dell’energia e l’invasione dell’Ucraina”. “Non credo che ci sia un limite che dobbiamo darci per sostenere l’Ucraina. L’impegno è continuare a sostenere il governo dell’Ucraina”, ha aggiunto Franco. “L’altra questione che si porrà è la ricostruzione dell’Ucraina, qualcuno nelle riunioni ha parlato di un piano Marshall per l’Ucraina”. Il ministro ha poi annunciato che il governo stanzierà altri 200 milioni di euro per gli aiuti a Kiev.