“Negli ultimi vent’anni abbiamo cooperato in modo stretto con la Nato e l’Alleanza ci conosce bene. Abbiamo una capacità militare molto forte, mai ridotta dopo la guerra fredda a differenza di molti altri Paesi. Abbiamo sempre avuto una visione realistica della minaccia potenziale della Russia. Dobbiamo fare domanda di adesione perché alzerà l’asticella per un’invasione della Finlandia”. Lo ha detto Jyrki Katainen al Corriere della Sera. Ex primo ministro finlandese (2011 -2014) e leader del Partito di Coalizione Nazionale fino al 2014 (centrodestra, ora sotto il comando di un altro ex primo ministro, Alexander Stubb), Katainen ha tenuto a precisare che Helsinki, ormai, non può più fidarsi di Mosca. Quest’ultima ha mostrato a tutti di cosa è capace. La Russia reagirà, ha detto al quotidiano di via Solferino, ma non si sa come. In ogni caso: “Siamo preparati”. E le forze armate finniche, quasi assenti nelle cronache del passato, si fanno sempre più spazio alla luce di una potenziale adesione alla Nato da parte di Helsinki. Da ricordare il solito numero: 1340. I chilometri di confine tra la Finlandia e la Russia di Vladimir Putin.

Più soldi – All’inizio di aprile, il governo ha deciso di assegnare ulteriori fondi – 2,2 miliardi – alla spesa militare del Paese, che saranno distribuiti nel triennio 2023 – 2026. Lo si legge sul sito locale Yle. Per il 2022 sono stati invece destinati 700 milioni di euro. Timo Kivinen, capo della Difesa, e Antti Kaikkonen, ministro della Difesa, hanno spiegato in conferenza stampa che puntano ad acquistare “armi anticarro, armi di difesa aerea, equipaggiamento di fanteria, elementi di artiglieria, materiale per ospedale da campo e missili di difesa aerea e marittima”. Secondo Kaikkonen le capacità militari finlandesi erano già buone, ma la guerra in Ucraina ha mostrato quanto sia necessario assicurarne ancora di più la solidità. Gli investimenti aggiuntivi, ha affermato il ministro, sono pensati per (cercare di) assicurare che la guerra non attraversi mai i confini nazionali. Con una nota del 19 aprile, intanto, Kaikkonen ha annunciato inoltre “maggiore assistenza in materia di difesa” all’Ucraina, sottolineando inoltre che “non saranno fornite informazioni più dettagliate sul contenuto, le modalità di consegna o il programma di assistenza”. Si sa però che al momento di decidere sugli aiuti aggiuntivi di Helsinki – prosegue la nota – “sono state prese in considerazione sia le esigenze dell’Ucraina che le risorse delle Forze di Difesa” finlandesi.

Servizio di leva e riserva – La Finlandia ha preso parte a oltre 30 operazioni di peacekeeping e di crisis management dal 1956, coinvolgendo sia il personale in servizio sia i riservisti. La legge prevede, però, che per ogni operazione siano impiegati un massimo di 2mila finlandesi. Le forze armate – Finnish Defence Forces, Puolustusvoimat in finlandese- comprendono l’Esercito, la Marina e l’Aviazione. Insieme contano, in tempi di guerra, circa 280mila soldati. Il numero può però salire grazie al contributo dei riservisti, cioè i militari appartenenti a classi in congedo richiamabili in caso di conflitto. Questi ultimi, si legge sul sito della Difesa del Paese, sono circa 900mila e sono tutti cittadini finlandesi. È infatti ancora in vigore la leva obbligatoria, che riguarda tutti i maschi (con cittadinanza) in età dai 18 ai 60 anni. I cittadini sono il principale supporto alle forze armate e rappresentano circa il 75%. Nello specifico, dai 18 ai 30, valutata l’idoneità, si svolge il servizio militare per un periodo variabile – 165 giorni, 255 giorni o 347 – e, una volta concluso, si entra (appunto) nell’elenco dei riservisti. Qui si resta fino ai 50 o 60 anni: chi è di grado si trasferisce nella ‘riserva ausiliaria’ allo scatto del 50esimo anno d’età. Chi fa parte di questo gruppo deve sottoporsi a un addestramento di aggiornamento che va dagli 80 ai 150 giorni. Gli ufficiali di riserva e i sottufficiali invece restano nella riserva inziale fino ai 60: nel loro caso il training di aggiornamento raggiunge un massimo di 200 giorni. L’addestramento militare viene fornito circa a 21mila coscritti all’anno.

Le donne – Da oltre 20 anni possono arruolarsi, ma non sono obbligate per legge. Hanno facoltà di scelta. Nel corso degli anni il loro numero è cresciuto. In particolare, riporta una testimonianza del 2017, il 2016 è stato un anno record: hanno fatto domanda 842 donne, 50 in più rispetto all’anno precedente. Ma non c’è confronto con il 2022: come si legge sul quotidiano locale Yle, il totale di donne arruolate è salito a 1.588, secondo solo all’anno precedente. La Difesa punta a far aumentare il loro numero di circa 2mila unità all’anno. Fra i requisiti, si legge sul sito, la cittadinanza finlandese e un’età compresa fra i 18 e i 29 anni all’inizio del servizio, oltre a uno stato di salute e idoneità personale al servizio militare.

Marina e aviazione – La marina finlandese ha basi a Turku, Kirkkonummi, Raseborg e Helsinki. Dà lavoro a circa 1400 persone: 1200 sono militari e i restanti svolgono compiti civili. Il numero di coscritti annuali, donne e uomini, è di circa 3500. Si occupa soprattutto di sorvegliare le acque nazionali, di respingere le violazioni territoriali e gli attacchi marittimi e di proteggere le linee di comunicazione marittime. Al momento, il comandante è il contrammiraglio Jori Harju. L’aviazione fa capo all’Air Force Command Finland (Afcomfin), che è il quartier generale. C’è il Karelia Air Command, la cui base principale è a Rissala, poco distante da Kuopio, e impiega 750 persone. Le sue principali risorse sono i caccia Boeing F/A Hornet e le stazioni radar disposte su tutto il Paese. Più a nord il Lapland Air Command, il cui principale centro operativo è a Rovaniemi ma dispone di strutture e personale per tutta la Lapponia. Il Satakunta Air Command agisce invece nell’area sud-ovest.

Nato – Helsinki da giorni spinge per l’adesione all’Alleanza Atlantica. Un cambio di direzione storico, che segue il sentire del Paese: la percentuale della popolazione a favore supera la metà, mentre nel 2017 non toccava neanche il 20%. Nei giorni scorsi si è tenuta una conferenza stampa congiunta fra la primo ministro di Helsinki Sanna Marin e l’omologa svedese Magdalena Andersson, a Stoccolma. Marin ha annunciato che il Paese deciderà se candidarsi all’entrata nella Nato “entro poche settimane”. Poco dopo è stato diffuso il contenuto del Libro bianco sulla sicurezza del Paese, dove, fra le altre cose, si legge questo: “Senza l’adesione alla Nato, la Finlandia non gode di garanzie di sicurezza, nonostante sia un partner dell’Alleanza”. In seguito la ministra finlandese per gli Affari europei Tytti Tuppurainen aveva indicato, con ulteriore chiarezza, la rotta: “È altamente probabile che la Finlandia entri nella Nato, il processo di candidatura dovrebbe essere il più rapido possibile”. Lo stesso ex premier Jyrki Katainen, sempre nel corso dell’intervista al Corriere della Sera, aveva ribadito la necessità di entrare nell’Alleanza: tutti i partiti, aveva detto, sono a favore. E su Repubblica era stato dello stesso avviso Alexander Stubb, successore di Katainen alla guida del Partito di Coalizione Nazionale, anche lui alla guida della Finlandia: “Se Putin è in grado di massacrare i suoi fratelli ucraini, figuriamoci noi finlandesi. Non vogliamo mai più essere soli”. E Mosca? Non arretra. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova nel corso di una intervista a Russia 24, ha ripetuto che la Russia ha “avvertito sia pubblicamente, sia attraverso i propri canali diplomatici” entrambi i Paesi – Finlandia e Svezia – in merito alle “conseguenze” derivanti da un loro ingresso nella Nato. Se lo faranno lo stesso, ha chiarito, “non avranno nulla di cui sorprendersi. Sono stati informati su tutto”.

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