Le immagini delle fiamme che avvolgono il palazzo stanno facendo il giro dei social. Perché l’edificio coinvolto non è un centro di ricerca qualsiasi ma la struttura che ospita l’Istituto di ricerca per la difesa aerospaziale del ministero della Difesa della Federazione russa a Tver a circa 150 chilometri da Mosca. Sei morti e almeno 27 feriti per l’agenzia Tass che però riferisce che i morti potrebbero essere anche sette.
Secondo i servizi di emergenza alcune delle vittime hanno inalato fumo, molte sono rimaste ferite, saltando fuori dalle finestre dell’edificio in fiamme. Le vittime sarebbero quindi dovute anche al tentativo di sfuggire al rogo. Sul posto sono arrivate anche 14 ambulanze e naturalmente i vigili del fuoco. Secondo i primi elementi la causa dell’incendio, che sarebbe partito al secondo piano dell’edificio amministrativo, potrebbe essere accidentale: i cablaggi elettrici dell’edificio erano vecchi. L’area dell’incendio era di circa 2,5 mila metri quadrati.
Il centro è strategico per la Difesa russa: ha progettato i missili Iskander e S400 e probabilmente è anche il luogo dove sono stati ideati, progettati e messi a punto i missili balistici intercontinentali. Solo ieri Mosca ha sostenuto di aver testato con successo un nuovo missile balistico intercontinentale, il Sarmat, capace, secondo il ministero della Difesa, di “penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura”. E il presidente Vladimir Putin aveva affermato che il nuovo missile avrebbe dato garanzie di sicurezza alla Russia “contro le attuali minacce” e “farà riflettere coloro che stanno minacciando la Russia” con un diretto riferimento agli aiuti militari che l’Ucraina, invasa dalla Russia il 24 febbraio scorso, sta ricevendo da molti paesi e in particolar modo dagli Stati Uniti. Oggi dalla Russia però è arrivata anche la notizia anche di un altro incendio che ha coinvolto uno stabilimento strategico. Si tratta dell’impianto chimico Dmitrievsky, una delle più grandi fabbriche chimiche del paese.