Ho letto molti articoli e commenti di giornalisti e opinionisti che parlano di gogna mediatica ingiustamente subita da Sofia Goggia per alcune sue frasi riportate dal Corriere della Sera.
Cominciamo precisando che i giornalisti Aldo Cazzullo e Flavio Vanetti hanno realizzato una lunghissima intervista alla campionessa olimpica sulla sua splendida carriera e sulla sua vita privata dando ampio spazio a racconti, aneddoti e opinioni di ogni tipo, dalla sua infanzia al rapporto con i genitori, dai suoi gusti musicali agli studi universitari, dal suo orientamento religioso alla credenza nell’aldilà fino a domande che spaziano anche su attualità e costume.
E’ dunque scorretto e fuorviante affermare, come qualcuno ha fatto, che le domande sulla presenza di sciatori gay o sull’opportunità che atlete trans gareggino con atlete donne siano tendenziose e inducano una risposta “prevedibile” perché a quelle domande Sofia Goggia era libera di rispondere come voleva e le sue affermazioni sono indubbiamente omofobe e discriminatorie oltre a tradire anche una certa disinformazione.
Quando Sofia Goggia risponde ai giornalisti che “tra le donne c’è qualche sciatrice omosessuale, tra gli uomini direi di no perché devono gettarsi giù dalla Streif di Kitz” cosa vuole dirci? Che per affrontare una discesa ardua e insidiosa occorre una forza fisica e un coraggio che gli eterosessuali hanno e agli omosessuali manca? La preparazione atletica, l’impegno, la costanza, il sacrificio è qualcosa che si misura con il metro della virilità e della percentuale di testosterone?
Come se non bastasse, la Goggia dice anche che “a livello di sport un uomo che si trasforma in una donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più quindi non credo sia giusto che le atlete transgender gareggino con le donne” e ci fa capire che oltre al pregiudizio e alla discriminazione, le sue convinzioni sono frutto di luoghi comuni dovuti alla mancanza di conoscenza di parametri che regolano il reclutamento degli atleti.
Come ha ben spiegato nel corso della trasmissione Pomeriggio 5 Valentina Petrillo, atleta nazionale transgender di atletica paralimpica (è ipovedente), vincitrice di 9 titoli paralimpici e 4 titoli master e record italiano di 200/400 metri indoor/outdoor paralimpici, esiste un Comitato Olimpico Internazionale che stabilisce regole e requisiti fisici e sportivi per ammettere la partecipazione di atlete transgender alle gare femminili e questi criteri si basano su parametri scientifici, non certo sui discorsi da bar di chi ritiene giusta o sbagliata la questione. La Petrillo ha inoltre aggiunto che “il punto di vista ormonale” tirato in ballo dalla Goggia per dimostrare che le trans, in quanto nate di sesso maschile, possono “spingere di più”, non sta in piedi perché nel processo di transizione nella maggior parte dei casi si affrontano cure ormonali che accentuano caratteristiche e tratti femminili e attenuano drasticamente quelli maschili, compresa la forza fisica e la potenza muscolare come è accaduto a Valentina che periodicamente si sottopone a controlli e visite prima delle competizioni.
Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.
Mi dispiace e mi scuso con tutte le persone che si sono sentite offese per la frase che è uscita nell’intervista del Corriere che, sicuramente, quando l’ho pronunciata, non voleva essere di natura discriminatoria. ????— iamsofiagoggia (@goggiasofia) April 17, 2022
Apprendere che la Goggia si sia resa conto di aver sbagliato e abbia chiesto scusa ci fa molto piacere ma questo sarebbe avvenuto senza il clamore mediatico e le proteste che le sue esternazioni hanno suscitato? Perché non si è affatto trattato di gogna ma di legittima rivendicazione di un diritto, quello di poter vivere liberamente il proprio orientamento sessuale nel mondo del lavoro, conquista tutt’altro che acquisita e scontata nel 2022 e continuamente messa in discussione da chi, solo per fare un esempio, vorrebbe che i docenti gay fossero banditi dalle scuole cattoliche o il cantante Blanco, giudicato “troppo fluido”, non si esibisse in un concerto dedicato a Papa Francesco.
Sofia Goggia è una grande campionessa stimata e amata in tutto il mondo, una sciatrice di cui l’Italia è certamente orgogliosa ma oltre ad essere un’atleta è anche un personaggio pubblico con un largo seguito fra giovani e meno giovani e proprio per questo ha una grande responsabilità quando rilascia interviste e dichiarazioni a un quotidiano nazionale. Ci si dovrebbe preoccupare se le sue frasi non avessero suscitato alcuna reazione invece di gridare ad un massacro e ad una gogna mediatica di chi non pretende il politicamente corretto a tutti i costi ma il definivo tramonto del pregiudizio e della disinformazione che per secoli hanno generato proprio l’omofobia.