Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha eseguito un sequestro preventivo da oltre 500mila euro a carico di alcune sigle sindacali di Cisl e Uil. L’operazione è avvenuta nell’ambito della seconda tranche di un’inchiesta del pubblico ministero Paolo Storari su una presunta truffa all’Istituto nazionale previdenza sociale realizzata tramite un sistema di ‘indebita fruizione‘ delle aspettative sindacali non retribuite. Dagli atti e dalle dichiarazioni messe a verbale nell’indagine, spiega il giudice per le indagini preliminari Anna Calabi, “emerge dunque una situazione alquanto allarmante che ha visto coinvolte alcune sigle sindacali: costoro hanno tratto un profitto costituito dal risparmio di spesa per l’omesso versamento dei contributi ai danni dell’Inps“.
A metà dicembre, la stessa inchiesta, coordinata anche dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, aveva portato a un primo sequestro da 600mila euro ad alcune sigle lombarde della Cisl. Dalle indagini era emerso che “numerosi sindacalisti, pur lavorando in via esclusiva presso le associazioni sindacali, sarebbero stati formalmente assunti da società compiacenti senza avervi mai lavorato” e ciò solo per garantire “ai sindacati di appartenenza di fruire dello sgravio contributivo“. I sequestri di oggi hanno riguardato FenealUil Milano Cremona-Lodi-Pavia, Uiltrasporti Regione Lombardia, Cisl Milano Metropoli, Femca Cisl Milano Metropoli, Federazione Energia Moda Chimica e Affini, Femca Cisl Lombardia, Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori, Felsa Cisl Lombardia, Sindacato Lavoratori Postelegrafonici Milano Metropoli, Uiltec Milano-Metropolitana-Lombardia e Fim-Cisl Milano Metropoli. Nella nuova tranche di indagine ci sono nove indagati, tra cui responsabili sindacali come, risulta dagli atti, “l’allora segretario generale della Flerica Cisl di Milano, Ernesto Fumagalli”.
Nel provvedimento del secondo sequestro preventivo, il Giudice per le indagini preliminari di Milano, Anna Calabi, ha spiegato che è emersa “una realtà che merita di essere approfondita e che potrebbe mostrare una prassi ancor più diffusa, quella in cui alcune imprese si accollano costi del personale che però presta attività lavorativa a favore dell’associazione sindacale”. Sarebbe concreto, per Calabi, “il pericolo che gli enti, messi al corrente dell’indagine possano disperdere le garanzie creditorie ed è necessario porre un vincolo alle risorse patrimoniali giacenti nei conti degli enti giuridici che hanno partecipato a tale illecito sistema e assicurare la futura restituzione delle somme all’avente diritto”, cioè all’Inps.
Da alcune testimonianze del gennaio scorso di due responsabili del personale di Edison è emerso per esempio che questi conoscevano “solo nominativamente” una lavoratrice che risultava assunta in azienda, ma che non l’avevano “mai incontrata”. E un responsabile “delle relazioni sindacali per la Edison” ha affermato “di non aver mai visto” la dipendente “in azienda in seguito alla sua assunzione, né di conoscere ove fosse ubicata la sua postazione di lavoro”. Come risulta dal provvedimento quella lavoratrice, così come tanti altri in altre aziende, “è stata assunta fittiziamente dal 2015 ad oggi dalla Edison” in funzione “della fruizione indebita” dall’Inps “dell’aspettativa non retribuita” presso “Uiltec Milano-Metropolitana-Lombardia”.