“Bloccate l’acciaieria Azovstal in modo che non possa passare una mosca“. Con una sola frase rivolta al suo ministro della Difesa, Sergej Shoigu, Vladimir Putin ha probabilmente sintetizzato quella che al momento è la strategia che ha in mente per espugnare l’ultimo avamposto delle forze ucraine nella Mariupol già “liberata” dai militari russi, al termine di un assedio che va avanti ormai da settimane. Nessuno spreco di forze o di vite nelle proprie truppe, ma soprattutto nessun massacro di civili: gli 11 chilometri quadrati dell’impianto verranno sigillati, nel tentativo di stanare gli avversari provati da giorni di combattimenti, dalla fame e dalla sete. Ma anche per convincere le centinaia di civili che si calcola siano presenti all’interno a lasciare la struttura, o quantomeno a ribellarsi alle forze ucraine nel caso in cui vengano usati come scudi umani, così da poter sferrare l’attacco finale ai circa 2.500 tra membri del battaglione Azov, membri della 36esima brigata e volontari stranieri senza rischiare un massacro tra la popolazione locale.

La sua strategia sembra confermata dalle dichiarazioni delle ultime ore. Innanzitutto ha deciso improvvisamente di annullare l’operazione d’assalto russa all’acciaieria, definendola “inopportuna” di fronte al proprio ministro della Difesa e motivando la propria scelta con la necessità di non provocare ulteriori perdite all’esercito di Mosca: “In questo caso, dobbiamo pensarci – ha detto riferendosi al possibile assalto all’acciaieria – Voglio dire, dobbiamo sempre pensarci, ma soprattutto in questo caso, dobbiamo pensare a preservare la vita e la salute dei nostri soldati e ufficiali. Non c’è bisogno di addentrarci in quelle catacombe e strisciare sottoterra, sotto quelle strutture industriali”.

Ma dietro a queste parole si nasconde anche la consapevolezza di non potersi intestare una carneficina per poter issare la bandiera del Cremlino su tutte le zone della strategica città costiera. Sia che si tratti delle vite dei civili che, stando almeno alle sue dichiarazioni, di quelle dei combattenti ucraini asserragliati dentro alla struttura. Tanto che ha voluto garantire di nuovo a tutti coloro che si arrenderanno ai soldati russi a Mariupol che la loro vita sarà risparmiata. Da parte sua, Shoigu ha spiegato al presidente che negli ultimi due slot di tempo offerti da Mosca per l’evacuazione di civili dall’acciaieria nessuno di questi ha abbandonato il complesso industriale. Resta da capire se volontariamente o no. Inoltre, è importante sottolineare che una battaglia prolungata o, peggio ancora, un bombardamento a tappeto renderebbero l’acciaieria inutilizzabile dai russi una volta conquistata, almeno fino al suo effettivo ripristino.

Resta il fatto che Mosca preferisce attendere ancora qualche giorno, portando la resistenza allo stremo, pur di evitare un’ultima sanguinosa offensiva alla Azovstal. Secondo il ministro della Difesa, serviranno quindi altri 3-4 giorni per completare le operazioni e dichiarare il complesso in mano ai russi come il resto della città, mentre dall’inizio dell’assedio di Mariupol sono già 4mila i soldati e volontari ucraini uccisi dall’esercito del Cremlino sugli 8mila totali, sostiene Shoigu. Di quelli sopravvissuti, circa 2.500 si trovano adesso all’interno della struttura assediata.

Twitter: @GianniRosini

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