Il caso clinico del "paziente da record" rafforza l'ipotesi che le nuove varianti si siano formate in quei pazienti che non riescono a guarire dal virus. Ci sono altre 8 persone che hanno subito una lunghissima malattia da Covid-19, tutti immunodepressi
Positivo al covid-19 per 505 giorni: l’infezione da coronavirus più lunga in assoluto ha colpito un paziente immunodepresso, che nonostante le terapie non è riuscito a sopravvivere alla malattia. Il caso clinico, presentato al congresso della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive, rafforza l’ipotesi che le nuove varianti del covid si siano formate proprio in quei pazienti che non riescono a guarire dal virus e rimangono infetti per lunghi periodi. Gli esperti del King’s College London and Guy’s and St Thomas’ NHS Foundation Trust che hanno segnalato l’infezione lunga 505 giorni, ricordano che non si tratta di un caso isolato: sarebbero almeno altri 8 i pazienti ad aver subito una lunghissima malattia da Covid-19, tutti immunodepressi per malattie – Hiv, tumori – o per terapie in corso con immunosoppressori.
Lo studio, condotto da Luke Blagdon Snell, ha documentato anche il primo caso di “infezione occulta”, cioè di un paziente che, dopo esser risultato negativo a diversi test, si è ripositivizzato con una variante non più circolante: fatto che testimonierebbe che il virus era rimasto “nascosto” nell’organismo per lungo tempo. Gli esperti hanno sequenziato il virus nei nove pazienti citati e verificato proprio l’emergere nel corso del tempo di mutazioni presenti in varianti note come “alfa”, “delta” e “omicron”. 5 dei 9 pazienti sono sopravvissuti all’infezione: due di questi hanno sconfitto il virus senza interventi esterni, altri due dopo aver ricevuto anticorpi monoclonali e antivirali, l’ultimo ha ancora il covid – da 412 giorni, nonostante la terapia con anticorpi.