Familiare, e diesel. Per andare dal Novotel di Milano Linate alle Bolle…alcoliche disegnate da Massimiliano Fuksas per la Grappa Nardini di Bassano del Grappa l’abbiamo scelta così, la nuova Peugeot 308. Forse perché il mio compagno di viaggio ed io siamo in là con gli anni, e pure un po’ passatisti. Comunque, una scelta in accordo col mainstream del pubblico europeo, visto che la versione alimentata con il vecchio gasolio è attualmente la preferita dalla clientela continentale, con un bel 41% (davanti alla benzina con il 34% e al “modaiolo” ibrido con il 25%) e che, mas o meno, station e cinque porte sono destinate a pareggiare, al botteghino.
Preordinabile dall’estate scorsa, la 308 giardinetta sarà in consegna dal prossimo giugno, mentre la 5 porte è già da un paio di mesi in circolazione. Tra le due sorelle ballano ben 30 cm di differenza, con la station che arriva a 4,64 metri, misura che la pone al vertice di categoria in quanto a lunghezza e le consente di esibire oltre 600 metri di capacità del bagagliaio. I prezzi della familiare vanno dai 27 mila abbondanti della meno accessoriato allestimento a benzina agli oltre 45 mila della più ricca delle ibride plug-in, comprendendo sempre la messa in strada.
A spingerci verso la serata in grappa style sulla semideserta Bre-Be-Mi e poi sulla trafficatissima A4 è dunque il solido quattro cilindri turbodiesel 1.500 Blue HDI da 131 cavalli, silenzioso ed elastico il giusto, nell’allestimento più chic (GT Pack con cambio automatico a otto marce e palette al volante smussato, che di listino supera i 38 mila euro).
Si può approfittare delle immancabili code per studiare, e pure ammirare, diciamolo, il generoso cockpit hi-tech con la strumentazione dietro il volantino e il display centrale da 10 pollici. Una volta usciti dall’autostrada, sulle zone collinari intorno a Malo e Marostica , ecco l’immediata consapevolezza di essere in Veneto: nel giro di pochi km, infatti, passiamo vicino a tre stazioni di servizio gestite da marchi evidentemente locali: Bertin, Costantin, Perin… Suona un po’ come la difesa del Lanerossi Vicenza o del Padova calcio Anni Sessanta.
Dopo l’interessante sosta alla fabbrica della Nardini, una delle poche aziende italiane ancora gestita dalla famiglia fondatrice (siamo all’ottava generazione), con conferenza stampa nelle avveniristiche Bolle di Fuksas costruite per festeggiare i 225 anni dell’impresa, non poteva mancare il romantico passaggio allo storico negozio sull’ancora più storico Ponte di Bassano. Finalone al Garage Nardini. Dove, prima di tornare in autostrada – e a casa – al volante della versione ibrida plug-in, ci omaggiano del prezioso “The Grappa handbook”.
E mentre il mio compare Valerio si gode la 308 5 porte ibrida plug-in con la spina (neppure la compatta con i suoi 4,36 metri , 11 cm in più della passata generazione) e fa rapidamente fuori i circa 60 km di autonomia in pura modalità elettrica, studio l’intrigante manuale. E mi riprometto, alla prima occasione, di cimentarmi con il Red Cross. Un cocktail dedicato ad Ernest Hemingway, lo scrittore combattente e amico delle Brigate Internazionali, tornate prepotentemente à la page dopo l’invasione russa della libera Ucraina. La ricetta non la svelo perché magari state per guidare, però posso dire che, oltre alla Grappa Nardini Riserva, tra gli ingredienti da agitare nello shaker c’è pure lo sciroppo di zucchero infuso con peperoncino. Al grande Ernest, probabilmente, il Red Cross sarebbe piaciuto assai. Prosit