I due campioni del tennis azzurro che vinsero la Coppa Davis 1976 in Cile si schierano entrambi contro la decisione presa dagli organizzatori del torneo londinese. E Bertolucci spera che gli Internazionali Bnl d’Italia non seguano l'esempio: "Mi dispiacerebbe, è profondamente ingiusto"
“La trovo una stron… un’ipocrisia totale”. “Non c’entrano niente con la guerra. Sono solo dei ragazzi che giocano a tennis”. Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, i due campioni del tennis azzurro che vinsero la Coppa Davis 1976 in Cile, si schierano entrambi contro la decisione di Wimbledon di escludere i giocatori russi e bielorussi dal torneo sull’erba londinese per via dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Una scelta già contestata dall’Atp, l’associazione che coordina i tornei di tennis maschili professionistici, e dal numero 1 al mondo Novak Djokovic.
“La trovo una stron…, se posso utilizzare questo termine. Medvedev e Rublev tra l’altro mi pare abbiano già dissentito da quanto sta facendo il loro paese. I tennisti russi sono persone che fanno questo di lavoro. Un ingegnere russo che è a Londra allora non dovrebbe più lavorare? E’ una stupidaggine ed un’ipocrisia totale”, ha commentato Adriano Panatta a ‘Un giorno da pecora‘. Alla domanda se andrebbe a giocare una finale di Coppa Davis in Russia, Panatta ha risposto: “No, non ci andrei. Non andrei mai in una nazione dove c’è la guerra”.
Sulla stessa linea anche Paolo Bertolucci, che all’Adnkronos ha spiegato: “Sento dire che i tennisti russi e bielorussi dovrebbero fare delle dichiarazioni contro Putin e contro il governo. Mi sembra assurdo chiedere una cosa del genere quando magari il giocatore ha la madre o la sorella in Russia. Voglio vedere chi avrebbe il coraggio di fare certe dichiarazioni se si trovasse nelle condizioni di questi ragazzi che, ripeto non c’entrano niente con la guerra. Sono solo dei ragazzi che giocano a tennis”.
La decisione presa da Wimbledon potrebbe essere seguita anche dagli Internazionali Bnl d’Italia che si disputeranno tra meno di tre settimane al Foro Italico a Roma: “E’ una decisione che trovo profondamente ingiusta e mi dispiacerebbe se Roma la seguisse, anche se le parole di ieri di Malagò che ha parlato di decisione in linea con il Cio mi fanno pensare che anche gli Internazionali d’Italia possano sposare la linea del boicottaggio”, ha commentato Bertolucci.